

Sicuramente molto di voi non avranno mai sentito parlare della De Tomaso, casa fondata nel 1959 dal pilota italo-argentino Alejandro de Tomaso e passata attraverso diverse peripezie durante la sua vita. Nel 2015 però dopo l’ennesimo fallimento è stata acquisita dal gruppo Ideal Team Venture di Hong Kong, cioè lo stesso che possiede la Apollo, che ne ha programmato il rilancio tramite un nuovo modello. Nel 2019 per il proprio sessantennale la casa ha infatti deciso di regalarsi la splendida P72, togliendole i veli nella giornata d’apertura del Goodwood Festival of Speed. L’auto sarà realizzata in soli 72 esemplari con un prezzo di partenza di 750.000 euro, con la casa che si sta impegnando a selezionare dealer in tutto in mondo per una distribuzione il più equa possibile.
Monoscocca in carbonio ma linea anni ’60
Nonostante le piccole anteprime degli scorsi mesi, tutto ci saremmo aspettati dalla Project P, così era conosciuta l’auto fino ad oggi, tranne che rimanere letteralmente a bocca aperta al momento della presentazione. La P72 disegnata dalla Wyn Design riprende infatti la linea della P70 realizzata nel 1965 con la collaborazione di Carrol Shelby, ma si possono tranquillamente vedere delle chiare somiglianze con le sport prototipo che correvano a LeMans negli anni ’60 come l’indimenticabile Ferrari 330/P4. La sinuosissima scocca in stile retrò poggia però sulla monoscocca in fibra di carbonio della sorella Apollo Intensa Emozione, visibile nella fotogallery qui sotto, e gode di sospensioni push-road in stile F1 imbullonate direttamente alla monoscocca per migliorare la precisione di guida.
Sotto il cofano c’è (forse) il V12 della Apollo
Durante la presentazione o nel comunicato stampa nessuno della De Tomaso o il presidente Norman Choi si sono lasciati sfuggire qualche dettaglio riguardo il propulsore che muoverà la P72. Seguendo però l’esempio della monoscocca, e guardando i video del Festival of Speed sui social, l’auto potrebbe tranquillamente contare sul canterino V12 aspirato da 780 cavalli della Apollo Intensa Emozione. Visto il passato delle casa non va tuttavia esclusa la via che porta a un V8 (magari biturbo), ma vanno sicuramente escluse le opzioni che portano ad un powertrain ibrido vista la necessità di leggerezza del veicolo. Le buone notizie però non finiscono qui, visto e considerato che la P72 potrà contare su un cambio manuale con leveraggi a vista che, se confermato il dodici cilindri, regalerà un’esperienza di guida rara al giorno d’oggi.
L’abitacolo è un autentico gioiello
Aprendo la portiera la P72 rivela uno degli abitacoli più impressionanti che io abbia mai visto per maniacalità del dettaglio. L’esemplare mostrato presenta infatti pelli di primissima qualità dotate sui sedili di cuciture diamantate, un volante che ricorda vagamente quello delle Koenigsegg, quadranti con lo sfondo che sembra ripreso da un orologio Cartier e dettagli verniciati in bronzo cromato. A sottolineare che si tratta comunque di un’auto ad alte prestazioni ci pensano i tre pedali dotati di zigrinatura antiscivolo e incernierati verso il basso.