

Negli ultimi tempi mi sono ritrovato, spesso e volentieri, a girovagare nei meandri dei video automobilistici di You Tube alla ricerca di qualcosa di nuovo, qualcosa lontano dal modello irrealizzabile, (personalmente) tossico e spesso noioso dei “car tuber” fatti di garage abnormi, auto esclusive e pubblicazioni molto più focalizzate sulla quantità che non la qualità. Qui il mio occhio, grazie all’intercessione dei video di Hagerty, è caduto su due realtà a me sconosciute come quella di Larry Chen e soprattutto di Dino Dalle Carbonare (DinoDC sul “tubo”). Se il primo mostra auto di varie nazioni, il secondo vivendo in Giappone si concentra in particolar modo su ciò che succede nel paese del Sol Levante, esponendo il loro incredibile amore per le auto e la loro fenomenale comunità automobilistica. Tra i video che recentemente hanno attratto la mia attenzione c’è quello dedicato alla collezione privata di Nissan, formata da tutte le più grandi sportive uscite dai cancelli di Nagano come GT-R, Silvia e le Z. Durante il mio stato di estasi dato dalla visione di un Silvia S15 blu elettrico, una serie di domande mi hanno fulminato: ma Nissan ha ancora a listino delle sportive? All’infuori di Toyota, le altre case giapponesi realizzano ancora delle sportive/supercar? C’è futuro per le JDM che tutti abbiamo amato?
Alla prima domanda la risposta, volendo essere estremamente brevi, è: sì, la Z presentata nel 2021. Tuttavia, la biposto di Nagano non è stata commercializzata in tutto il mondo ma solo in Giappone, Nord America e, dal momento del lancio, ci sono stati vari richiami prima per la trasmissione automatica, poi per quella manuale e infine per la qualità della verniciatura. Queste problematiche, insieme a dettagli come l’assenza del differenziale a slittamento limitato, offerto solo come optional, e la concorrenza delle sportive europee/muscle car americane, non l’hanno resa esattamente un successo commerciale. Inoltre, a quanto pare negli USA le concessionarie spesso le promuovevano con pacchetti aggiuntivi che la allontanavano dai 35.000$ originali. In aggiunta alle difficoltà della Z, la Nissan ha anche dovuto affrontare la questione GT-R: “Godzilla” infatti è rimasta in produzione per più di quindici anni saltando da un restyling all’altro fino all’uscita di produzione alla fine del 2024. La causa di questa longevità anomala, a quanto pare, è dovuta a delle indecisioni in seno al consiglio di amministrazione riguardanti la motorizzazione da dare alla futura R36. Perché se l’idea originale pare fosse quella di creare un mostro elettrico da più di 1.000 cavalli, il ritardo delle batterie allo stato solido e l’attuale freddezza del mercato rispetto all’elettrificazione totale delle supercar/sportive, sembra aver convinto i piani alti di Nagano a buttarsi sull’ibrido usando come base quel gioiellino ingegneristico che è il V6 da 3.8 litri introdotto nel 2007 con la R35. La questione però è: quando uscirà? E sarà una vera GT-R? Per la presentazione si parla (forse) di quest’anno o il 2026, mentre sul DNA da vera Godzilla non vi nascondo che data la situazione attuale per quanto riguarda il coinvolgimento alla guida delle nuove auto, e quanto la R35 uscente ha alzato l’asticella non solo tra le GT-R ma in generale nell’ambiente, un po’ di paura ce l’ho. Le (possibili) cattive notizie però sembrano non terminare qui, perché pare che sia in cantiere una nuova Silvia. E dov’è il problema direte voi? Beh le foto della linea della concept non fanno proprio sperare per il meglio e la trasformazione in elettrica, unica motorizzazione che pare essere stata presa in considerazione dalla Nissan, potrebbe non farla digerire con facilità ai fan delle versioni precedenti.
Ma se già la situazione della Nissan vi fa venire il malessere e la nausea come al sottoscritto, all’infuori di Toyota il resto del panorama JDM non vive esattamente un gran momento da un po’ di anni a questa parte . Partiamo dal malato più grave, anche se forse ormai bisognerebbe parlare di cadavere: Mitsubishi. Chi come me viene dagli anni ’90 ricorda benissimo di aver giocato su Gran Turismo/Need for Speed con la Lancer EVO o la Eclipse. La prima famosa per i suoi successi nel Mondiale Rally, la trazione integrale strappa budella e la facilità d’elaborazione del 2 litri turbo benzina, la seconda per essere stata un pilastro all’interno del già citato Need for Speed. Tuttavia, nel momento in cui sto scrivendo questo pezzo, la EVO è sparita ormai da anni dai listini e la Eclipse è tornata sotto forma di un brutto e triste crossover ibrido. Il perché di questa estinzione va probabilmente cercato nella necessità di razionalizzazione dei listini richiesta dai vertici del gruppo Renault, portando la casa giapponese a cercare più l’utile che non l’investimento su progetti potenzialmente in perdita. Un discorso simile può essere fatto per Subaru e la sua storica Impreza, che sia nei rally che su strada ha lottato per più di un decennio con Mitsubishi e le EVO nella categoria delle berline sportive integrali. Al contrario della cugina di Tokyo, la Subaru è corsa ai ripari alleandosi con Toyota per la creazione della BRZ anche se, a quanto pare, l’accordo richiedeva che per venderne una bisognava prima vendere quattro GT/GR86. In aggiunta a questo, la BRZ nella versione nuova è stata tolta dai listini Subaru lasciandoci anche in questo caso con solo crossover e SUV. Non ce lo meritiamo.
Passando alle case rimanenti, ovvero Lexus, Honda e Mazda, la situazione migliorerà nel prossimo futuro ma rimane comunque critica se paragonata a Toyota. Partendo dalla costola premium di Toyota, le linee produttive hanno visto uscire varie “F” nel corso degli anni dopo la LFA, ma tutte commercialmente hanno preso la paga dalle concorrenti tedesche a cui volevano fare le scarpe nonostante dei poderosi V8 aspirati. Il 2026 però dovrebbe vedere il ritorno sui listini di una nuova supercar chiamata probabilmente LFR, vista finora solo durante i test in pista nella versione che prenderà parte ai campionati GT3. I video inoltre, ci danno la possibilità di capire che a spingerla ci sarà un V8 probabilmente biturbo anziché il celestiale V10 della LFA. In Honda la situazione sembra essere molto simile. Ad affiancare la sempreverde e chirurgica Civic Type R, che nel mentre è cresciuta di dimensione e sfiora i 60.000€ di listino, tra il 2025 e il 2026 arriverà la nuova Prelude e i propositi mi creano scompiglio nelle mutande: carrozzeria coupè (molto bella esteticamente personalmente), telaio della Civic con cui condivide sospensioni anteriori e ammortizzatori della Type R, trazione posteriore, passo accorciato rispetto alla sorella, carreggiate allargate e 210 cavalli prodotti da ancora non si sa quale motorizzazione. Discorso diverso sarà invece la terza generazione della NSX, in arrivo entro la fine del decennio e equipaggiata non più con un powetrain ibrido ma con una nuova piattaforma elettrica. Mazda condivide anch’essa con le connazionali l’avere una sportiva nel catalogo, la speriamo immortale Mx-5, ma al momento l’idea di avere un’erede di Rx-7 e Rx-8 sembra un’utopia. La causa? Beh, diciamo che il Wankel è sempre stato assetato d’olio e non va molto d’accordo con le attuali norme europee sulle emissioni.
Arrivando all’ultima domanda, scrivendo e facendo ricerche per questo pezzo mi sono reso conto che stiamo rischiando di raggiungere un punto di non ritorno per le sportive del sol levante. Certo Toyota sta facendo un lavoro incredibile, tra l’altro Akio non credo di averti ringraziato abbastanza, producendo la GR Yaris, Corolla, 86, Supra e la futura Celica/MR2, ma come ho dimostrato sopra la situazione è generalmente tragica. Infatti il costo sempre più alto dello sviluppo nonostante la condivisione di motori e piattaforme, i vincoli sempre più importanti su emissioni e sicurezza, l’assurda lotta senza quartiere delle istituzioni alla velocità e l’ostilità della società a causa del presunto inquinamento di poche migliaia di veicoli, stanno portando questa tipologia di veicoli a costare sempre di più e a perdere il loro senso originale: rendere la sportività accessibile per le tasche della persona comune senza doversi comperare una supercar. Basta già solo vedere quante GR Yaris arrivino in Europa ogni anno, il fatto che la GR86 non venga più esportata e che la GR Corolla qui da noi non è nemmeno mai arrivata, la dice lunga su quanto sia difficile per i costruttori al momento. E la situazione purtroppo non è così solo in Europa. Qualcuno di voi giustamente starà pensando: “eh ma se le fai elettriche non ci sono problemi”. Vero, ma per questa tipologia di veicoli in cui di solito i motori sono più piccoli e meno pompati rispetto alle supercar, la variante del rombo aiuta nel creare quell’incantesimo tra uomo e macchina che tanto ricerchiamo. Per non parlare poi del peso extra che le BEV, per ora quantomeno, si portano dietro. Insomma, per farla breve, compratevene una se potete, importatela se si tratta di una JDM originale, tenetevela stretta, trattatela bene, perché stanno arrivando tempi bui.