

Vi avevo già anticipato i primi dettagli qualche settimana fa, ma oggi, ad una settimana dal Salone di Ginevra, la Polestar ha presentato tramite una live su Youtube la nuova 2. Nome poco fantasioso direte voi, ma la prima elettrica di Goteborg potrebbe essere, per ora ovviamente, l’unica vera rivale della Tesla Model 3. Gli ordini sono aperti per ora solo in Cina, USA, Canada, Belgio, Germania, Olanda, Norvegia, Svezia e Gran Bretagna e le prime consegne, previste per i primi mesi del 2020, riguarderanno la sola Launch Edition da 60.000 euro (economica..) mostrata oggi. Tuttavia, i vertici Polestar hanno confermato l’arrivo di una versione più economica e meno potente entro il 2021.
La Long Range supera i 400 cavalli
A muovere la 2 ci pensano due motori elettrici, uno per ogni asse, da 204 cavalli e 330 Nm di coppia. Il risultato finale parla quindi di ben 408 cavalli e 660 Nm di coppia, cioè abbastanza per spingere l’auto da 0 a 100 in meno di 5 secondi. Ad alimentare i due propulsori ci pensa un pacco batterie da 78 kWh composto da 324 celle e posizionato come al solito sotto i piedi degli occupanti, che nella versione Long Range della presentazione garantiscono la non banale cifra di 500 km di autonomia (calcolati secondo il nuovo standard WLTP). La Polestar non ha però diffuso i tempi di ricarica in base alla colonnina, che sia il classico wallbox o i supercharger, ma ha annunciato di stare lavorando a delle partnership per la creazione di una rete di ricarica rapida. I clienti con il piede pesante e la voglia di divertirsi tra le curve potranno poi optare per il Performance Pack che include gli ammortizzatori della Öhlins, l’impianto frenante realizzato dalla Brembo e i cerchi forgiati da 20 pollici della presentazione.

Si capisce che questa è la Polestar 2? (Credits: Polestar Press)
Berlina o crossover?
Per realizzare la nuova 2 gli ingegneri Polestar sono partiti dalla piattaforma modulare per auto elettriche CMA (o Compact Modular Architecture) e hanno preso ispirazione dalla concept 40.2 per disegnare la carrozzeria. Il risultato vede una berlina dotata di un’incredibile fascino scandinavo, dovuto all’alternanza di linee pulite e spigoli, ma con un’altezza da terra quasi da crossover. All’anteriore trovano posto gli ormai apprezzatissimi gruppi ottici Pixel Led con firma “a Martello di Thor” e la generosa calandra con finitura in nero lucido, che in questo caso è stata chiusa in quanto non c’è nessun motore sotto al cofano. Subito dietro all’anteriore trovano posto i nuovi specchietti, alleggeriti del classico “bordo” e capaci di variare l’inclinazione per migliorare la penetrazione aerodinamica dell’auto. Muovendosi il posteriore il tetto prende una linea decisamente da coupè, con il lunotto molto inclinato e il baule decisamente più corto delle rivali. Come già visto con l’anteriore, anche il retro dell’auto ha mutuato molto dalla Polestar 1 di un anno fa. La coda rimane infatti squadrata, salvo il fatto che adesso è posizionata più in alto e che i gruppi ottici a “C” sono uniti nella parte bassa per far sembrare l’auto più larga.

(Credits: Polestar Press)
Ecologica e minimal anche all’interno
L’ideale ecologico della Polestar 2 si può poi ritrovare anche nell’abitacolo dalle linee pulite e minimal in pieno stile svedese, merito dei pochi bottoni (4), della sparizione del pulsante d’avviamento (di cui parlerò tra poco) e del nuovo schermo verticale da 11 pollici. I materiali utilizzati di serie per selleria gli inserti sparsi per l’auto sono totalmente di origine vegetale non animale. I sedili sono realizzati nell’inedita fibra Weave Tech, antimacchia e idrorepellente, o in semplice tessuto e permettono di risparmiare rispettivamente 4 e 8 kg rispetto alla classica pelle. La casa di Goteborg garantisce però anche la selleria realizzata nella classica pelle Nappa. I dettagli dell’abitacolo seguono anch’essi la strada della doppia opzione, con il policarbonato realizzato con la tecnica “3D etched” di serie e il palissandro come optional.

I bellissimi interni minimal e sostenibili della Polestar 2 (Credits: Polestar Press)
Si fa tutto con lo smartphone e Google
Una delle novità più importanti della Polestar 2 è sicuramente la mancanza di chiavi. La berlina svedese infatti si potrà aprire avendo semplicemente il proprio smartphone con se, mentre per accenderla basterà sedersi sul sedile del guidatore in modo che l’auto riconosca il telefono del proprietario. Mossa azzardata? Forse, ma nell’era del digitale una simile scelta può portare molti giovani a sposare la mentalità svedese. Un’altra novità portata dalla Polestar 2 è il sistema di infotainment realizzato insieme a Google, decisamente semplificato rispetto a quello della Volvo e dotato dell’assistente vocale Google Assistant e di Google Maps. I clienti avranno poi la possibilità di accedere al Play Store per scaricare le loro app preferite, con la casa svedese che si conferma al passo con i tempi e fornisce l’auto con Spotify già installato. Ma non temete proprietari di i-phone, la 2 non è “razzista” e accetta anche i comandi dai telefoni di Cupertino.

Pochi tasti sulla Polestar 2, tutto si controlla tramite lo schermo centrale e l’assistente vocale di Google (Credits: Polestar Press)
Si acquista via internet
Come già visto per la 1, la Polestar conferma l’innovativa soluzione di acquisto SOLO online. I clienti interessanti dovranno infatti manifestare il proprio interesse sul sito www.polestar.com per essere ricontattati per il versamento della caparra. In mancanza di una concessionaria, la consegna l’auto avverrà direttamente al domicilio dell’acquirente. È una pazzia? Personalmente credo che un’auto la si debba toccare con mano e guidare prima dell’acquisto, come quando ci si compra un paio di scarpe nuove e bisogna misurarsele per vedere se il numero è giusto e se sono comode.

La coda corta da coupè presa direttamente dalla Polestar 1 (Credits: Polestar Press)
Credits foto titolo: Polestar Press