

Pensavate che con la 488 Pista la Ferrari fosse arrivata all’apice per lo sviluppo delle berlinette V8? Beh vi sbagliavate. Con la nuova F8 Tributo, presentata oggi su internet e visibile dalla prossima settimana al Salone di Ginevra, a Maranello sono riusciti ancora una volta a migliorare ciò che già rasentava la perfezione. La nuova arrivata, come già facilmente intuibile dal nome, punta ad essere un degno omaggio all’otto cilindri vincitore per 3 anni di fila del premio Engine of the Year (2016-2017-2018), visto che la prossima generazione di Ferrari a motore centrale sarà dotata del tanto chiacchierato V6 ibrido. Per avere un parere più preciso vi rimando alle prime impressioni post Ginevra.

I nuovi gruppi ottici servono anche a raffreddare i freni (Credits: Motor1)
Potente come la Pista
Sotto al nuovo lunotto in Lexan, dotato di feritioie ispirate alla F40 per un miglior scambio termico, scalpita lo stesso 3,9 litri V8 biturbo che spinge la 488 Pista. La F8 Tributo dispone quindi di 720 cavalli (a 3.250 giri) e 770 Nm di coppia (a 8000 giri), che come al solito vengono scaricati sulle sole ruote posteriori attraverso il telepatico doppia frizione a 7 rapporti con tempi di cambiata da F1. Le prestazioni, anche grazie ai 40 kg in meno rispetto alla GTB, promettono di essere quasi in fotocopia con quelle della ben più leggera Pista: da 0 a 100 in 2,9 secondi (solo 5 centesimi più lenta), da 0 a 200 in 7,8 secondi (+2 decimi) e una velocità massima di 340 km/h. Va poi sottolineato che grazie a questi numeri incredibili la Tributo diventa la V8 di serie più potente mai uscita da Maranello.

Il lunotto in Lexan permette anche di risparmiare peso rispetto alla versione in vetro (Credits: Motor1)
Il design è un’evoluzione della 488
Come già visto per il motore, anche la linea della F8 Tributo non è una completa rivoluzione ma una semplice evoluzione dei concetti visti sulla 488 GTB. Ciò non toglie però che il Centro Stile Ferrari sia riuscito a darle quel look più aggressivo che forse mancava all’antenata, sopratutto se paragonata ad alcune rivali. Il muso presenta adesso un design più raffinato, prese d’aria maggiorate e l’S-Duct della Pista, con quest’ultimo che adotta radiatori inclinati per una migliore gestione degli spazi. Ad essere tutti nuovi sono anche i gruppi ottici, ora più simili a quelli della Portofino e dotati nella parte alta di un’apertura per raffreddare i freni che fa il paio con l’altra presente all’estremità del paraurti. L’adozione di questa soluzione ha basi prettamente funzionali, in quanto un maggiore raffreddamento ha permesso di non installare i dischi maggiorati richiesti dall’incremento di potenza. Le prese d’aria per il propulsore, posizionate precedentemente sulle pance, sono state spostate in coda vicino all’alettone lasciando più posto al raffreddamento dell’intercooler. La parentela con la 488, sopratutto con la Pista, risulta abbastanza palese in coda, dove adesso trova posto un’ala dotata di una maggiore soffiatura e di una superficie più ampia. I gruppi ottici segnano invece un ritorno al passato, con il doppio fanale che non si vedeva più dai tempi della 430 Scuderia. Grazie a questi cambiamenti il carico aerodinamico cresce del 15% rispetto alla 488, ma senza andare ad inficiare il coefficiente di penetrazione. Come hanno fatto? Credetemi non lo so, ma questo la dice lunga sull’ottimo lavoro svolto dal Centro Stile Ferrari capitanato da Flavio Manzoni.

L’S-Duct sil muso e l’alettone soffiato sono ispirati a quelli della 488 Pista (Credits: Motor1)
Possono portarla al limite (quasi) tutti
La F8 Tributo conferma la dinamica di guida trascendentale già vista sulle ultime Ferrari. L’elettronica infatti deriva dalla 488 Pista, ma sono stati utilizzati algoritmi leggermente diversi con il fine di rendere la macchina meno nervosa. Il Side Slide Angle Control (o SSC), arrivato alla versione 6.1, lavora in sinergia insieme al differenziale elettronico posteriore E-Diff3 e al controllo di trazione F1-Track per assicurare un’entrata e una percorrenza di curva al limite della perfezione. La vera novità è però rappresentata dal Ferrari Dynamic Enhancer (o FDE+), che adesso rimane attivo anche se si seleziona la modalità Race sul “manettino” e permette quasi a chiunque di avvicinarsi al limite dell’auto.
Gli interni sono totalmente nuovi
Rispetto alla 488, la F8 Tributo presenta un abitacolo tutto nuovo con pannelli porta, cruscotto, tunnel centrale, le bocchette dell’aria e il volante ridisegnati da cima a fondo prendendo come esempio quelli di 812 e Portofino. Sulla nuova berlinetta a motore centrale si è poi lavorato anche sulla multimedialità, con l’Human Machine Interface (o HMI) che sbarca per la prima volta su una V8 di Maranello. Il passeggero avrà poi a disposizione davanti a se anche uno schermo da 7 pollici su cui potrà sapere la velocità a cui l’auto lo sta teletrasportando, la modalità di guida scelta sul manettino e la canzone passata in quel momento.

Gli interni sono ispirati a quelli della 812 Superfast (Credits: Motor1)
Credits foto titolo: Motor1