

Dopo quasi due anni dal lancio, la Land Rover ha finalmente deciso di fare sul serio con la Velar realizzandone la versione SV Autobiography Dinamic Edition. Ma non fatevi trarre in inganno dal nome chilometrico, sotto la pelle l’elegante SUV è in tutto e per tutto una SVR proprio come la Range Rover Sport. Rispetto alla sorella maggiore la Velar SV sarà prodotta solamente nell’arco di 12 mesi e sarà acquistabile alla “modica” cifra di 86.120 sterline (per i prezzi italiani si dovrà attendere ancora).
Quasi 64.000 ore di lavoro per renderla perfetta
Per trasformare una normale Velar in una SV Autobiography la Land Rover ha deciso di rivolgersi direttamente al reparto SVO (Special Vehicle Operations), capace in passato di regalarci auto del calibro della sopracitata RR SVR e della Jaguar F-Type anch’essa SVR. La prima importante modifica riguarda il posizionamento sotto l’imponente cofano del “classico” V8 di 5 litri dotato di compressore volumetrico, capace in questo caso di sprigionare ben 550 cavalli e 680 Nm di coppia. A sobbarcarsi l’onere di inviare ogni singolo cavalli alla trazione integrale, di cui parlerò tra poco, ci pensa il fidato cambio automatico a 8 rapporti della tedesca ZF. A fare la parte del leone nello sviluppo dell’auto è stato però il già citato sistema 4×4, sottoposto ad una profonda revisione di ben 63.900 ore per gestire al meglio la nuova ondata potenza proveniente dal propulsore ed evitare spiacevoli sottosterzi nella guida “spinta”. Un’altra, e alquanto ovvia, novità riguarda i freni, sostituiti da un nuovo impianto della Brembo che comprende pinze monoblocco in alluminio e enormi dischi ventilati (con un sistema specifico) da 395 millimetri all’anteriore e da 396 millimetri al posteriore. Se però pensate che un simile sistema frenate sia esagerato vi sbagliate di grosso. La Velar SV Autobiography infatti è capace di toccare i 100 da ferma in 4,5 secondi e di raggiungere i 274 km/h di velocità massima, non male contando che pesa più o meno quanto il duomo di Milano.

Gli scarichi, un po’ troppo finti visivamente, della Velar SVA (Credits: Motor1)
I cambiamenti sono minimi
Con un motore di tale portata la Velar SV Autobiography aveva bisogno anche di modifiche estetiche per garantirgli la giusta portata d’aria. Ecco che quindi il paraurti anteriore assume un’espressione più cattiva rispetto a prima grazie a griglie dalle dimensioni maggiorate verniciate in nero lucido. Il posteriore mantiene invece la sua classica linea da coupè e i gruppi ottici rastremati, ma in questo caso ospita 4 scarichi di forma squadrata dal look, (almeno per me) un po’ troppo “posticcio”. A donarle un’aspetto ancora più sportivo ci pensano poi i cerchi da 21 pollici, optional quelli da 22, e le sopracitate pinze dei freni verniciate in rosso (ma si possono avere anche nere). Gli interni confermano anch’essi l’impostazione vincente già vista nelle versioni normali, con la SV che aggiunge un volante dalla forma più sportiva, le rotelle dell’infotainment zigrinate per un maggior grip, grafiche specifiche per i sistemi di bordo e le palette del cambio in alluminio. I clienti più facoltosi potranno poi scegliere di avere anche gli inserti interni realizzati in fibra di carbonio.

Gli eleganti interni della Velar (Credits: Motor1)
Credits foto titolo: Motor1