

Nell’anno del ventesimo anniversario della casa la Pagani ha presentato l’inedita (e splendida) Huayra BC Roadster, che segue di 3 anni la versione coupè e di 2 anni la Roadster normale. Il nuovo capolavoro di Horacio come al solito si rivela essere un capolavoro che mischia l’arte con la tecnica secondo la dottrina di Leonardo Da Vinci, oltre alla classica attenzione maniacale al dettaglio che ha reso famose tutte le sua auto. L’hypercar di San Cesario sul Panaro verrà realizzati in soli 40 esemplari (contro i 20 della BC a tetto rigido) ad un prezzo che in Italia toccherà la scandalosa cifra di 3,76 milioni di euro. In Pagani però hanno pensato anche a noi comuni mortali, dandoci la possibilità di guidare l’auto nel gioco CSR Racing 2 per smartphone.
Il V12 da 802 cavalli by AMG è tutto nuovo
In questi vent’anni le Pagani sono diventate famose per molte cose, ma quasi sicuramente uno dei dettagli che le ha rese così dannatamente affascinanti è stato il V12, prima aspirato e poi biturbo, fornito dalla AMG. Ma se dall’introduzione della Huayra tutte le declinazioni hanno sempre condiviso lo stesso motore, seppur declinato in vari step di potenza, la BC Roadster introduce quello che sarà il cuore pulsante delle Pagani del futuro. La base rimane il già conosciuto dodici cilindri a V biturbo di 6 litri, ma in questo caso presenta nuove turbine, inediti collettori di scarico, 4 radiatori per potersi raffreddare al meglio e due nuovi scarichi integrati nel diffusore (di cui parlerò tra poco) che insieme agli altri 4 garantiscono un sound fenomenale. Il risultato finale parla di un mostro di 802 cavalli e 1.050 Nm di coppia disponibili già a 2.000 giri, con la nuova centralina della Bosh che fa il possibile per evitare pattinamenti. Ad aiutare l’elettronica ci pensano il cambio sequenziale trasversale a sette rapporti fornito dall’inglese Xtrac, più leggero del 35% rispetto a un DCT e posizionato sopra l’asse posteriore per migliorare la distribuzione dei pesi, un differenziale autobloccante a controllo elettronico e i freni carboceramici by Brembo con pinza monoblocco a 6 pistoncini (su disco da 396 mm) all’anteriore e con 4 pistoncini ( su disco da 380 mm) al posteriore.
Ancora più leggera grazie due nuovi tipi di carbonio
Il lavoro del V12 tuttavia sarebbe inutile senza un peso ridotto all’osso. E qui entra in campo la vera specialità della Pagani: la fibra di carbonio. Si perché Horacio in questo campo è stato, e lo è tuttora, un vero pioniere fin dai tempi in cui lavorava per la Lamborghini. Nel corso degli anni ha evoluto il leggerissimo composito grazie anche ad una squadra di persone che come lui condividono la passione per la leggerezza. E la BC Roadster non fa eccezioni. Con un peso a secco (quindi senza liquidi) di soli 1.250 kg, l’auto si conferma essere solo 32 kg più pesante della coupe (grazie anche al tetto asportabile) e una della “scoperte” più leggere di sempre. Se poi pensate a quel peso e lo unite agli 802 cavalli e i 1050 Nm di coppia…beh potete immaginare il risultato. Un traguardo questo che è stato ottenuto grazie ai due nuovi tipi di carbonio definiti Carbo-Triax HP62 e Carbo-Titanium HP62 G2, che si hanno fatto lievitare del 450% il costo unitario, ma dall’altro lato garantiscono al telaio un +20% di rigidità flessionale e un +12% di rigidità torsionale.
L’aerodinamica non guarda solo alla pista
Nel maniacale processo di sviluppo dell’auto, cominciato nel 2017, Horacio Pagani voleva che la BC Roadster fosse utilizzabile sia in strada che in pista e che creasse fino a 500 kg di deportanza a 280 km/h. Per unire queste due necessità gli ingegneri hanno dovuto lavorare moltissimo sul creare carico aerodinamico con la parte superiore e con l’interno dell’auto, visto e considerato che l’altezza da terra non è stata toccata per evitare di grattare sui dossi e quindi il fondo piatto non funziona al 100%. Nel complesso l’auto si presenta per quello che è effettivamente, cioè un’evoluzione dei concetti della BC a tetto chiuso. Lo splitter anteriore integra adesso due flick inediti alle estremità, le feritoie sopra i passaruota sembrano essere state ingrandite, l’ala posteriore è più larga e ha una superficie più ampia. Il diffusore merita poi un’analisi più attenta visto che, come anticipato nel primo paragrafo, integra due nuovi scarichi. Quest’ultimi infatti non solo producono una cacofonia di scoppi in rilascio, ma aumentano la funzione di suzione del retro dell’auto verso l’asfalto. Se poi si somma il telaio più rigido, l’aerodinamica rivista e le semi-slick Pirelli PZero Trofeo R realizzate su misura si ottiene un’accelerazione laterale di 1.9 g in percorrenza di curva e picchi di 2,2 g. Siamo al limite delle auto da competizione.
Pelli di prima qualità, meccanismi a vista e l’inedito carbo-legno
Proprio come accade per il resto dell’auto, anche gli interni della Huayra BC Roadster sono un tripudio di materiali d’eccellenza, carbonio e di attenzione al dettaglio. I due passeggeri, appena aperta la portiera, sono accolti dai sedili da corsa con guscio in carbonio, cinture a 4 punti e pelle goffrata di primissima qualità. Il resto dell’abitacolo vede protagonista sempre i pellami identici a quelli delle borse da donna, fibra di carbonio a vista dappertutto e il leggerissimo impianto audio dietro i poggiatesta. A rendere ancora più speciale il tutto ci pensano le viti, tutte rigorosamente in titanio e con logo Pagani marchiato al laser, e i leveraggi del cambio lasciati in bella vista per poter sentire il rumore meccanico di quando si manovra la leva. In cima a quest’ultima va poi segnata la presenza del pomello realizzato nell’inedito carbo-legno, che rimanda direttamente a quello della Porsche 917 (l’auto preferita di Horacio) e formato da uno strato di carbonio e uno di legno.