

Se avesse preso parte come da programma, e non fosse stato cancellato per via del corona virus oramai dilagante in Europa, il Salone di Ginevra di quest’anno avrebbe visto calare il sipario ieri sera. Le novità come al solito sarebbero state molte e alcune delle quali anche particolarmente importanti per le case e il mondo dell’automobile. Per questo, e considerando che i lanci in streaming possono aver creato un minimo di disorientamento tra i fan, ho deciso di stilare la mia personale top ten delle novità presentate (e presenti sul blog) considerando chi ha innovato di più e chi ha saputo rinnovarsi meglio. Vista la loro natura, ho poi deciso di escludere le concept, in quanto non rappresentano un modello che andrà in produzione. Ma basta chiacchiere e andiamo a vedere la classifica!
- Koenigsegg Gemera: inutile negarlo, con la Gemera Christian Von Koenigsegg ha innovato più lui da solo che molti costruttori in un decennio. La prima Mega GT al mondo, e scommetto che altri marchi al altissime prestazioni gli andranno dietro, è anche la prima 4 posti prodotta dalla casa di Ängelholm. Ma la vera magia non è tanto il fatto che ci sono solo due portiere con la classica aperta delle “egg” o gli interni spaziali con 8 porta bicchieri, ma l’innovativo sistema propulsivo ibrido. Alla base c’è infatti l’incredibile 3 cilindri da 2 litri dotato del sistema Freevalve (trovate l’articolo d’approfondimento qui) in posizione centrale che muove le ruote anteriori, mentre al posteriore c’è un motore elettrico per ruota. Il risultato? 1.700 cavalli, 3.500 Nm di coppia e uno 0 a 100 km/h in 1.9 secondi. Spaziale.
- Porsche 911 Turbo S: si lo so, qui non c’è niente di assolutamente innovativo, ma è incredibile come in Porsche riescano ogni volta a migliorare un prodotto che già era pressoché perfetto. La nuova 911 Turbo S su base 911 992 prende infatti quanto di buono fatto con la precedente generazione e lo migliora al massimo, aggiungendoci un nuovo “flat-six” biturbo rivisto nell’aspirazione e nel raffreddamento per produrre 650 cavalli e 800 Nm di coppia. Tutto questo mantenendo le sue doti da passista sui lunghi viaggi, la comodità e praticità dell’utilizzo quotidiano e le performance brucianti sia in pista che negli spari ai semafori (da 0 a 100 km/h in 2.7 secondi).
- Pagani Imola: il nuovo capolavoro di Horacio Pagani non è una novità assoluta, ma Ginevra sarebbe sarebbe stata la sua passerella ufficiale di fianco alla Huayra BC Roadster. Perché si è aggiudicata il terzo posto? Beh semplicemente perché per il momento è il massimo in termini di aerodinamica, potenza e leggerezza che in Pagani possano offrire su una stradale. Un esempio? Sul circuito emiliano, a cui è dedicata e sui cui è stata testata, pare che abbia girato dai 5 agli 8 secondi più veloce rispetto alla Porsche 918 Spyder.
- Koenigsegg Absolut: niente terzo posto per la probabile futura detentrice del record di velocità massima, ma solamente perché preferisco molto di più un’auto da pista che non una per questo gemere di prove. Ma non per questo è meno innovativa. L’auto di base è la Jesko mostrata l’anno scorso, ma qui tutto quello che avrebbe creato deportanza inutile è stato eliminato in favore di una minore resistenza aerodinamica. Il V8 biturbo da 5 litri conferma quindi 1.600 cavalli e 1.500 Nm di coppia, ma adesso (secondo le simulazioni della casa) potrebbe portare l’auto a superare i 500 km/h!
- 500 elettrica: un’utilitaria elettrica? Si perché l’icona che ha motorizzato l’Italia nel dopo guerra si reinventa per la terza volta per portare le persone in una nuova epoca. Il look è sempre quello cool dell’ultima versione, anche se le dimensioni sono cresciute per necessità ingegneristiche. Si è vero il costo non è alla portata di tutti, ma con l’eco-bonus la cifra potrebbe scendere quanto basta per assicurarle più vendite rispetto alle rivali (che in alcuni casi sono anche più brutti). La ciliegina sulla torta sono poi state le 3 one-off realizzate per beneficenza da Armani, Bvlgari e Kartell.
- Mclaren 765LT: la nuova “coda lunga” di Woking si piazza solo al sesto posto non tanto per demeriti ingegneristici, ma perché comunque rappresenta un prodotto di per se già visto. La ricetta base è infatti quella dell’alleggerire e aggiungere potenza già usato precedentemente anche da altre case come la Ferrari o la Porsche. Ma i contenuti sono comunque di livello: V8 biturbo di 4 litri da 765 cavalli e 800 Nm di coppia, 1229 kg a secco, da 0 a 100 km/h in 2.8 secondi, aerodinamica più spinta e uno scarico in titanio pronto a sputare fuoco e fiamme.
- Giulia GTA e GTAm: non ci fossero state pretendenti di questo calibro si sarebbe meritata senza ombra di dubbio il primo posto. Il ritorno del badge GTA e GTAm su una Alfa Romeo Giulia rappresentano infatti un autentico colpo al cuore per qualsiasi petrolhead che si rispetti. Le due nuove belve, create tra l’altro per celebrare i 110 anni del biscione di Arese, evolvono i contenuti della Giulia Quadrifoglio in un’ottica più spinta: 540 cavalli dal V6 biturbo di 2,9 litri, fino a 100 kg in meno sulla bilancia e un’aerodinamica nuova che, sulla versione GTAm, include un grosso alettone in fibra di carbonio. Unica pecca? La carrozzeria a 5 porte anziché a 3. Ma voglio dire, i veri problemi sono altri.
- Aston Martin V12 Speedster: una Aston roadster/barchetta con un V12 biturbo da 700 cavalli. Un motivo più che sufficiente per farle guadagnare un posto nella classifica. Il gruppo motopropulsore va a sommarsi ad un’estetica forse un po’ troppo Vantage ma comunque assolutamente splendida, con i designer che hanno usato come ispirazione la DBR1 che vinse la 24 Ore di LeMans nel 1959.
- Vw Golf GTI, GTD e GTE: in questo caso il discorso è lo stesso della 911 Turbo S fatto più su. Qui però la cinque porte tedesca ha confermato le sue doti camaleontiche declinando la sportività della GTI originale in altre due tipologie di motorizzazioni: la diesel GTD e l’interessante ibrida plug-in GTE. Un picco di 245 cavalli (GTI e GTE) sono troppo pochi per voi? Aspettate la più hardcore TCR o la punta di diamante R. Ah quasi mi dimenticavo: i sedili in tartan e il pomello del cambio simil palla da golf sono sempre al loro posto.
- Bentley Bacalar: con la Bacalar da 12 esemplari e 1.5 milioni di sterline la casa di Crewe riporta in luce la splendida attività del coachbuilder, cioè usare un telaio e un powertrain di un’auto di produzione per farsi realizzare una scocca tutta nuova e unica nel suo genere. L’auto usa poi per gli interni materiali sostenibili come la lana e del legno vecchio di 5000 anni.