

In una giornata frenetica piena di lanci e presentazioni online di modelli inediti, vista la cancellazione del Salone di Ginevra dovuta al corona virus, la Porsche “cala l’asso” svelando la punta di diamante della generazione 992 della 911: la nuova 911 Turbo S. La versione più potente, veloce e lussuosa della sportiva di Zuffenhausen è stata mostrata sia nella variante coupè che in quella cabriolet e sarà ordinabile in Italia da maggio con prezzi che dovrebbero essere rispettivamente di 224.527 euro e 238.435 euro. Si lo so cosa state pensando: ma la Turbo normale? In Porsche hanno le labbra cucite al riguardo, ma quasi certamente arriverà di qui a pochi mesi.
Il flat-6 è nuovo di zecca
A muovere la nuova 911 Turbo S c’è un inedito 6 cilindri boxer biturbo (comunemente chiamato flat-6) montato, neanche a dirlo, posteriormente a sbalzo tra le due ruote. Per realizzarlo i tecnici Porsche sono partiti dal 3 litri biturbo introdotto con la generazione 992 e l’hanno portato a 3,8 litri, ma al contempo hanno montato nuove turbine a geometria variabile con giranti più grosse che lavorano in direzioni opposte. La lista dei cambiamenti include inoltre anche una rivisitazione del sistema di raffreddamento e aspirazione, con quest’ultimo che non prende l’aria solo più dalle aperture davanti ai passaruota posteriori ma anche dalle feritoie sopra al motore per via del riposizionamento dei radiatori dietro il propulsore. Il risultato è una maggiore quantità d’aria che porta il 6 cilindri piatto a erogare ben 650 cavalli e 800 Nm di coppia, cioè 70 cavalli e 50 Nm in più rispetto alla precedente generazione. Collegato al biturbo c’e il nuovo PDK a 8 marce, ma in questo caso è specifico per il modello vista la potenza extra che avrebbe potuto tranquillamente sbriciolarlo in poco tempo. La trazione rimane integrale e fa affidamento sul PTM (o Porsche Traction Management) per gestire l’ondata di coppia al meglio tra i due assi, inviando ad esempio fino a 500 Nm all’anteriore se necessario. E, viste le prestazioni, svolge un lavoro egregio: lo 0 a 100 km/h viene completato in appena 2,7 secondi (due decimi meno rispetto a prima), lo 0 a 200 km/h in 8,9 secondi (un secondo più veloce) e poi via a tavoletta fino a alla velocità massima di 330 km/h.
L’aerodinamica e le carreggiate allargate la schiacciano a terra
Ma se sotto il cofano la 911 Turbo S è un’autentica furia della natura, fuori si conferma meno sfacciata delle sorelle marchiate GT3 ma comunque bella cattiva. A darle questo aspetto da supereroina sotto mentite spoglie pronta a battere buona parte delle supercar negli spari ci pensa una larghezza maggiorata di 45 mm davanti e di 20 mm dietro, con le carreggiate che vanno di pari passo aumentando di rispettivamente 42 mm e 10 mm. L’anteriore conferma poi dettagli introdotti dalla serie 992 come i fari diurni a led nel paraurti, i gruppi ottici a matrice di Led con quattro elementi allungati e il cofano leggermente più basso nel mezzo. Il posteriore, che personalmente ritengo il suo lato migliore, si presenta ancora più cattivo rispetto al muso grazie ai fianchi larghi, il nuovo gruppo ottico che corre da parte a parte, i quattro scarichi squadrati (quelli ovali indicano l’impianto sportivo con valvole bypass per aumentare o ridurre il sound) e ovviamente la grossa ala attiva. Profilo alare che lavora in sinergia con lo splitter anteriore e le paratie del paraurti frontale, entrambi sono attivi, per gestire il flusso d’aria sopra e sotto l’auto per generare più carico aerodinamico. Risultato? Il 15% di deportanza in più rispetto alla vecchia generazione. Ma a garantire il giusto grip in tutte le condizioni ci pensano anche le sospensioni a controllo elettronico con sistema PASM (Porsche Active Supensions Management), le barre antirollio attive, le quattro ruote sterzanti, l’assetto ribassato di 1 cm, cerchi da 20 pollici all’anteriore e 21 al posteriore calzanti gomme con sezione di rispettivamente 255/35 e 315/30. Dulcis in fundo? L’impianto frenante carboceramico PCCB ovviamente.
Lussuosa e comoda per l’utilizzo quotidiano
Dovendo rappresentare lo zenith della gamma 911, forse è seconda solo alla GT2 RS, la Turbo S mette in campo un abitacolo abbastanza lussuoso e comodo per un utilizzo “daily” e al contempo sportivo per quando si affonda il pedale del gas. I sedili ad esempio non sono quelli con guscio in carbonio ma la variante sportiva con regolazione elettrica a 18 vie, rivestiti in pelle con cuciture ispirate a quelle della Turbo originale (la 930) e sia riscaldati che ventilati. A distinguere la supercar tedesca dalle sorelle ci pensano poi anche il carbonio e l’alluminio usati per il tunnel e parte della plancia, oltre agli immancabili badge sparsi un po’ per tutta la cabina. Il resto dell’interno ricalca quello delle altre 911 992 con lo schermo da 10,9 pollici dell’infotainment al centro, pochi tasti fisici, l’odiosa mini-leva del PDK e il quadro strumenti metà digitale e metà analogico. Tra gli accessori offerti di serie spiccano sicuramente il pacchetto Sport Chrono con l’orologio al centro del cruscotto, il volante sportivo, l’impianto audio della Bose e l’app Porsche Track Precision per lo smartphone.