

Il Salone di Ginevra si avvicina e come sempre negli ultimi 2 anni la Polestar risponde presente. La casa svedese, dopo la Polestar 1 e la 2, si presenterà infatti all’edizione di quest’anno (il cui svolgimento è tutt’ora da verificare visto il Corona virus) con la concept Precept (o precetto), una grand tourer a 4 posti che anticipa il futuro del marchio a emissioni 0 sia dal punto di vista stilistico che da quello della sostenibilità e della tecnologia.
Design minimalista e tanta attenzione alla sicurezza
Atletica e minimalista. Così gli uomini Polestar definiscono la Precept all’interno del comunicato stampa. E in effetti è difficile trovare degli aggettivi differenti per descriverla, visto che l’aspetto simil-Volvo delle sorelle è stato sostituito con qualcosa di (finalmente) più personale. Non fraintendete, la 1 e la 2 sono auto bellissime, ma considerando che il marchio si è sempre considerato qualcosa a parte mi sarei aspettato fin dall’inizio un linguaggio stilistico differente. Ma torniamo alla precept. La casa scandinava ha deciso di puntare su un’impostazione da grand tourer a 4 porte e a 4 posti, con un passo di 3,1 metri per ospitare un grosso pacco batterie (non si sa da quanto kWh) e una carrozzeria che offra la minor resistenza aerodinamica possibile così da guadagnare qualche km di autonomia extra. All’anteriore per esempio la calandra è chiusa ed è stata sostituita dalla cosiddetta Polestar Smart-one, cioè una nicchia che ospita due radar e una telecamera che fanno parte di un sistema di ADAS di cui parlerò tra poco. Al di sopra della Smart-one i designer hanno ricavato una feritoia così da far accelerare l’aria lungo il cofano migliorando l’aerodinamica. Immancabili poi i fanali a Led a martello di Thor, qui separati per dare un’aria più dinamica e personale alla Precept. Dietro, la coda riprende in parte quanto visto con la Polestar 2 grazie al gruppo ottico unito, alla forma squadrata e al fatto che sembra quasi essere tronca. Nonostante la linea molto discendente del tetto, e il tetto panoramico che continua quasi fino alla fine, i progettisti assicurano che gli eventuali passeggeri posteriori avranno spazio sia per la testa che per le gambe. La Percept abbandona poi i classici specchietti in favore delle più filanti e aerodinamiche telecamere, che però rimangono sempre attaccate ad un braccio e non inglobate nella carrozzeria. Ritornando agli ADAS, oltre ai già citati radar e alla telecamera, la Polestar ha poi deciso di sistemare un Lidar all’inizio del parabrezza così da permettergli una chiara visione di ciò che succede di fronte all’auto.
Lusso sostenibile
Con la Precept la Polestar porta avanti la tendenza oramai sempre più comune tra i costruttori di realizzare i propri interni con materiali riciclati. Il marchio svedese però vuole farlo senza far perdere qualità e lusso ai propri interni, sopratutto se paragonati con quelli più classici fatti di pelle e legno. Gli schienali dei sedili e i pannelli interni sono infatti realizzati con un materiale derivato dal lino, riducendo così sia del 50% il peso che dell’80% l’utilizzo di plastica. O ancora, il tessuto dei sedili è realizzato in 3D usando bottiglie di PET riciclate, i poggiatesta con un vinile derivato dal sughero usato e i tappetini derivano da reti da pesca recuperate. Immancabili infine le cinture gialle, presenti già dal lancio della Polestar 1 (ma si possono avere anche di altri colori).
Insieme a Google per l’HMI perfetta
La Precept rappresenta poi un’ulteriore passo avanti della collaborazione tra la Polestar e Google. Già dalla 2 infatti la casa svedese e il gigante californiano avevano sfornato un sistema operativo e un’interfaccia tutta nuova per l’infotainment dell’auto (ad esempio integra di base app come Google Maps e Spotify). Sulla concept si è puntato invece su una HMI (o human machine interface) che sia il più adatta alla guida di tutti i giorni, con il guidatore che ha davanti a se uno schermo da 12,5 pollici per la strumentazione e un altro da 15 pollici disposto in verticale al centro del cruscotto. Entrambi usano un’interfaccia dinamica e una serie di sensori intelligenti, tra cui alcuni dedicati al tracciamento dei movimenti oculari del guidatore e altri legati alla prossimità, così da mostrargli solo le informazioni utili in quel momento così da non distrarlo mentre è alla guida. Ad esempio le icone avranno uno stile minimalista e toni scuri, oppure cambieranno colore e dimensione quando le si preme così da capire se si è selezionato una data funzione o meno. Infine, mentre l’auto è accesa e i due display sono in funzione, tra i poggiatesta dei passeggeri posteriori il logo della Polestar galleggia sotto forma di ologramma all’interno di un solido pezzo di cristallo svedese.