

A gennaio era ancora solo uno schizzo, ora invece è qui davanti ai nostri occhi in carne e ossa (o carbonio e alluminio in questo caso). La Aston Martin V12 Speedster è stata presentata questa mattina dall’amministratore delegato Andy Palmer e il nuovo presidente Lawrence Stroll (si, il papà del pilota che corre in F1) presso la sede di Gaydon, vista la cancellazione del Salone di Ginevra fisico e la sua trasformazione in appuntamento digitale. La nuova barchetta inglese va ad inserirsi in una nicchia di mercato sempre più popolosa e abitata prima dalle Ferrari Monza SP1/SP2 e successivamente dalla McLaren Elva. Rispetto alle rivali la V12 Speedster sarà però più rara grazie agli 88 esemplari programmati (le altre arrivano rispettivamente a 100 e 399 unità) e anche più economica, merito (se così si può dire) del prezzo di partenza di 765,000 sterline (circa 875.000 euro). Prime consegne previste per il primo trimestre del 2021.
Linea filante come la DBR1 che vinse LeMans
Come già anticipato nel teaser di gennaio gli uomini del reparto Q che hanno seguito il progetto V12 Speedster, ci hanno impiegato solo 12 mesi a realizzarlo, per disegnare la linea si sono ispirati fondamentalmente a due speedster: la più importante DBR1 che nel 1959 vinse la 24 Ore di LeMans e la CC100 Speedster Concept del 2013 realizzata per il centenario della Aston Martin. Il risultato finale vede un’auto dal look pesantemente ispirato alla Vantage, ma levigato dove necessario e dotato di nuovi dettagli. Il lungo muso mantiene infatti la grossa calandra, ma la circonda con due nuove prese d’aria, uno splitter, un cofano ridisegnato e feritoie sopra i passaruota. Il “non abitacolo”, vista la natura del’auto, è stato isolato aerodinamicamente per evitare che i passeggeri vengano letteralmente attaccati dal flusso d’aria. Il retro è forse la parte che più di tutte segna la parentela con la sportiva di Gaydon, merito principalmente della coda corta che include lo spoiler, i gruppi ottici e il diffusore con il nuovo scarico centrale. Rispetto alla sorella minore la Speedster può contare però su un telaio in alluminio realizzato su misura, pannelli della carrozzeria in fibra di carbonio per limitare al minimo il peso, cerchi da 21 pollici con fissaggio monodado e impianto frenante carboceramico con dischi da 410 mm davanti e 360 mm dietro. Per quanto riguarda la guidabilità l’assetto è a controllo elettronico per adattarsi a tutte le condizioni e adotta sospensioni a doppio quadrilatero all’anteriore e multilink al posteriore.
Sotto il cofano è una DBS
In linea con quanto anticipato due mesi fa, la V12 Speedster è spinta dallo stesso V12 biturbo di 5,2 litri della DBS Superleggera, ma qui è stato depotenziato di 25 cavalli portandolo a erogare 700 cavalli e 753Nm. Grazie al peso più basso la mancanza di equini sotto al cofano non si dovrebbe avvertire più di tanto, visto e considerato che l’auto scatta da 0 a 100 in 3,5 secondi e tocca i 300 km/h di velocità massima. I tecnici di Gaydon hanno pensato poi anche allo scarico, in modo che i passeggeri possano sentire il sound unico del 12 cilindri anche con il casco addosso e mentre si è investiti dagli elementi. Il sistema adesso è totalmente realizzato in acciaio inossidabile e vede i terminali spostarsi dalle estremità del paraurti al centro del diffusore.
Pelle, carbonio e gomma stampata in 3D
Per entrare nell’abitacolo basta sollevare la piccola portiera, così come si fa sulle Ferrari Monza, e ci si trova davanti ad un ambiente chiaramente dall’impronta racing e pronto ad affrontare gli elementi. I due sedili, che sono un guscio di carbonio con delle imbottiture attaccate, sono rivestiti in pelle cucita a mano e separati al livello della testa da una struttura in carbonio. Il “non abitacolo” può contare inoltre sulla fibra di carbonio opaca con trama a vista, inserti in alluminio, dettagli in gomma stampata in 3D e splendidi laccetti a contrasto. Davanti al sedile del passeggero il vano portaoggetti è stato eliminato, credo per motivi di peso e praticità, e sostituito con una piccola borsa asportabile. La Speedster è dotata inoltre di un baule al posteriore in si possono facilmente stivare i caschi o una valigia. Per quanto riguarda le personalizzazioni il reparto Q assicura un ventaglio di possibilità pressoché infinito, compresa la configurazione delle foto realizzata insieme alla Boeing e ispirata al caccia F/A-18 da cui è ripresa la tinta Skyfall Silver.