

La McLaren e Ayrton Senna, uno dei binomi più famosi e iconici nella storia del motorsport moderno. Il pilota brasiliano ha infatti conquistato tutti e 3 i suoi titoli mondiali al volante delle monoposto di Woking, battendo colui che probabilmente era l’unico pilota davvero alla sua altezza, ovvero Alain Prost. Negli ultimi anni, il costruttore inglese ha riportato fortemente alla ribalta il cognome del fenomeno carioca, donandolo alla loro hypercar specifica per la pista (la Senna appunto) e, con grande sorpresa di tutti, presentando nella giornata di ieri una P1 GTR con la livrea delle F1 di fine anni ’80.
Il ritorno della livrea Marlboro
La suddetta livrea, in caso ve ne foste scordati, è l’iconica arancio scuro-bianco della Marlboro utilizzata dalla McLaren dall’80 fino al ’96. Entrando più nello specifico, l’ispirazione è partita dai trentanni passati da che Senna nell’88 vinse con la MP4/4 8 gare su 16 ed il primo mondiale. L’idea per una tale configurazione è nata dalla passione sfegatata di un cliente per l’asso brasiliano, ed ha richiesto al reparto speciale MSO ben 800 ore di prove e lavorazioni varie prima arrivare alla verniciatura in Rocket Red e Anniversary White visibile nelle foto. Un tempo lunghissimo se si pensa che la P1 GTR era un’auto già in produzione e le cui consegne erano quasi terminate. La ricerca dei rimandi alla storica MP4/4 guidata del pilota carioca termina poi con il numero 12, utilizzato da Senna nell’88 e verniciato sul muso e le paratie dell’ala posteriore.

Il logo Marlboro è ovviamente censurato (Credits: Motor1)
Il vano motore diventa d’oro
La tinta esterna non è però l’unica novità apportata, in quanto il giovane acquirente ha richiesto anche varie modifiche specifiche non presenti sulle altre GTR. L’aerodinamica è stata migliorata tramite un nuovo splitter anteriore, dotato ora di nuovi deviatoi di flusso ai lati del muso, ad un’estensione della già gigantesca ala posteriore e all’aggiunta di 3 aperture lamellari all’estremità del già citato alettone di coda. Tutte queste modifiche hanno permesso all’auto di raggiungere gli 800 kg di deportanza a 250 km/h e una maggiore stabilità tra le curve. Le altre migliorie sono però invisibili alla vista e si trovano “sotto il cofano”. Il propulsore ibrido (V8 biturbo+elettrico) può contare adesso su una potenza superiore, anche se gli uomini McLaren parlano solo di “più di 1000 cavalli“, e un inedito scudo termico per il vano motore in oro 24 carati preso direttamente dall’antenata F1. Il peso rimane tuttavia identico, cioè circa 1.300 kg.

L’alettone posteriore recante il nome del modello. Sapete, in caso il cliente se ne dimentichi (Credits: Motor1)
Interni con citazione
Per quanto riguarda gli interni le sorprese sono relativamente contenute ma “succosissime”. Aprendo la portiera l’acquirente verrà accolto dal battitacco recante la famosa citazione pronunciata da Senna dopo aver apertamente speronato Prost nel ’90: “Non sono stato disegnato per accontentarmi del secondo o terzo posto. Io sono nato per vincere“. Il resto dell’abitacolo si differenzia poi dalla altre P1 GTR grazie all’adozione di impunture per volante e sedili identiche a quelle della MP4/4. Lo sterzo ha mantenuto quindi la sua classica realizzazione mista carbonio/Alcanatara, ma vi è stata aggiunta la scritta “Senna: driven to perfection”.

Un tripudio di fibra di carbonio e Alcantara (Credits: Motor1)