

Mostrata per la prima volta durante il Supercar Owners Circle di Andermatt, la Pagani Imola è stata svelata ieri in via definitiva tramite un comunicato stampa dedicato. La nuova hypercar nata dalla vulcanica mente di Horacio Pagani rappresenta il meglio delle tecnologie per la pista ma declinate per la strada, oltre ad essere un omaggio alla Motor Valley e all’iconico tracciato emiliano che è stato il terreno di sviluppo dell’auto. La Imola verrà realizzata in soli 5 esemplari, già tutti venduti, con un prezzo di partenza di 5 milioni di euro tasse escluse (che in Italia fanno lievitare il prezzo fino a quota 6,1 milioni). Per vederla dal vivo bisognerà attendere fino all’apertura del Salone di Ginevra fissata per il prossimo 5 marzo.
Assetto e aerodinamica testati per 16.000 km
Il tracciato italiano è stato scelto dalla Pagani come nome per la loro auto e come banco di prova non tanto per la vicinanza dalla sede, ma piuttosto per la sua estrema complessità e per i tratti veloci. Per l’aerodinamica si è partiti da quella della Huayra BC, ma è stata portata all’estremo aggiungendo nuove appendici, feritoie e rivedendo le quattro appendici mobili, adesso mosse da una nuova centralina per reazioni più rapide e per generare più deportanza. La Imola introduce poi per la prima volta le sospensioni attive a controllo elettronico, anch’esse gestite in maniera autonoma dalla già citata centralina, che regolano l’altezza da terra e controllano i movimenti di cassa dell’auto durante la guida in pista. Il funzionamento e la coordinazione tra tutti questi sistemi sono stati testati in pista dai collaudatori per ben 16.000 km, cioè circa tre 24 ore di Le Mans complete.
V12 deve spingere solo 1.246 kg
A caratterizzare la Imola non è però solo la nuova scocca e le nuove sospensioni, ma anche il peso e il propulsore. Il primo, nonostante i più di 2 metri di larghezza e i quasi 5 metri di lunghezza, si ferma a soli 1.246 kg. Il merito di una cifra così bassa è da ricondursi alla monoscocca realizzata in Carbo-Titanio HP62 G2 e Carbo-Triax HP62, alla tecnica di verniciatura “Acquarello Light” (che da sola fa risparmiare 5 kg) e a 770 componenti ricavati dal pieno o forgiati. Per quanto riguarda il propulsore, la Imola monta lo stesso V12 biturbo di 6 litri di tutte le ultime Pagani e fornito dalla AMG, ma in questo caso è stato elaborato fino ad erogare alla scandalosa cifra di 827 cavalli e 1.100 Nm di coppia. A scaricare a terra tutta la furia del dodici cilindri ci pensano le sole ruote posteriori, aiutate però dal differenziale a controllo elettronico e dal cambio a 7 marce fornito dall’inglese Xtrack (e dotato di frizione tridisco). La sicurezza è garantita infine dall’impianto frenante in carboceramica by Brembo con dischi da 398 mm all’anteriore (con pinze monoblocco da 6 pistoncini), 380 mm al posteriore (con pinze a 4 pistoncini) e calzanti gomme Pirelli 265/30 R20 davanti e 355/23 R21 dietro.