

Forse i meno esperti, o i più giovani, tra di voi difficilmente ricorderanno il nome Gordon Murray. L’ingegnere sudafricano però ha scritto importanti pagine della Formula 1 con la Brabham prima (due mondiali vinti) e la McLaren poi, progettando le storiche monoposto iridate dell’88-89-90 e successivamente la semplicemente leggendaria F1 (anch’essa detentrice di un discreto palmares di titoli nelle competizioni). Dal 2005 Murray è fondatore e direttore tecnico l’azienda di design che porta il suo nome, con cui negli ultimi anni si è concentrato sul disegnare e realizzare la T.50, cioè la prima supercar come privato. Nella giornata di oggi sono stati mostrati i primi bozzetti e, ragazzi credetemi, non si può non avere l’acquolina in bocca. Purtroppo però l’auto arriverà non prima del 2022, sarà disponibile in soli 100 esemplari e avrà un prezzo di partenza di 2 milioni di euro.
V12 aspirato e 3 sedili proprio come la F1
Chiunque ne mastichi un po’ di automotive sa benissimo che la F1 ha segnato un punto fondamentale nella storia delle supercar. Fino all’arrivo della Bugatti Veyron la supercar inglese è stata infatti per 14 anni l’auto più veloce al mondo, oltre che essere ricordata per la caratteristica unica di avere 3 sedili e per il fatto di avere V12 aspirato sotto al cofano. Con una ricetta così di successo, un’esemplare adesso vale tra i 3 e i 4 milioni di euro, Murray ha pensato bene di riprendere i suoi passi per la nuova vettura. La T.50 avrà infatti sempre 3 sedili, con il pilota seduto molto in basso e al centro dell’abitacolo, e un V12 aspirato alle spalle degli altri due passeggeri. In questo caso però il propulsore non sarà il 6 litri dalla BMW, ma sarà un V12 aspirato di 3.9 litri realizzato dalla Cosworth (gli stessi che realizzano il 12 cilindri della Valkyrie) e promette 650 cavalli, 450 Nm di coppia e un limitatore posto a quota 12.100 giri/min! Certo, qualcuno di voi stara pensando che nel 2019 650 cavalli e 450 Nm di coppia non siano granché, ma Murray ha un’asso nella manica. Proprio come fatto con la F1, l’ingegnere sudafricano ha lavorato sodo sul peso eliminando tutto ciò che non era necessario e alleggerendo dovunque era possibile. Il peso complessivo tocca infatti l’irrisoria cifra di 980 kg, ottenuta grazie alla fibra di carbonio impiegata per il telaio monoscocca e l’alluminio (preferito al composito in quanto più resistente) per le sospensioni a doppi bracci trasversali. A scaricare la potenza sulle ruote posteriori ci penserà un cambio MANUALE, meglio sottolinearlo di questi tempi, realizzato dall’inglese Xtrack (già artefice del monofrizione della Huayra).
Vista la volontà di replicare la linea estremamente pulita e fluida della F1, Murray ha posizionato una ventola dal diametro di 40 cm al posteriore gestita autonomamente da una centralina, ottenendo così l’effetto suolo già visto con la Brabham in Formula 1 e con la supercar della Mclaren. Chiudono la lista delle anticipazioni le ruote di diametro diverso tra anteriore e posteriore, 19 e 20 pollici, e l’impianto frenante carboceramico.