

Qualche giorno fa l’avevamo vista sotto forma di teaser, adesso però la nuova Golf GTI si mostra in veste definitiva insieme alla versione diesel GTD e alla ibrida plug-in GTE. Si lo so, il lancio definitivo era fissato per il Salone di Ginevra, ma questa per la Volkswagen è solo un’anticipazione che permette ai giornalisti di cominciare a toccare con mano le nuove arrivate. Per avere tutti i dati bisognerà infatti aspettare l’appuntamento ginevrino, dove non è da escludere totalmente la presenza della pepatissima variante TCR che sembrava dovesse essere presentata insieme alle sorelle. Ma andiamo a vedere più nel dettaglio le tre neonate della famiglia GT.
4 cilindri da 200 e 245 cavalli per GTD e GTI
Come facilmente immaginabile, aprendo il cofano della GTI e della GTD ci si trova davanti al classico 4 cilindri da 2 litri montato trasversalmente delle generazioni precedenti. Sulla GTI si tratta dello stesso turbobenzina TSI che equipaggia anche la nuova Cupra Leon nella declinazione meno potente, con i cavalli che toccano quindi quota 245 (i medesimi della versione precedente con il Pack Performance) e la coppia i 370 Nm. Per quanto riguarda la GTD a gasolio, il nuovo TDI manda in pensione il predecessore da 184 cavalli producendo adesso 200 cavalli e 400 Nm di coppia, il tutto mantenendo le emissioni (di ossido d’azoto e di Co2) ai minimi storici grazie ai doppi catalizzatori SCR che iniettano urea nel sistema di scarico. Entrambe le versioni saranno disponibili con la sola trazione anteriore, mentre unicamente la GTI potrà contare anche su un differenziale elettronico all’anteriore. Per quanto riguarda le trasmissioni la versione diesel sarà acquistabile solo con il doppia frizione DSG a 7 marce, mentre la variante a benzina avrà a listino anche il classico manuale a 6 marce con il pomello che assomiglia ad una pallina da golf. La Volkswagen non ha però ancora rilasciato dati ufficiali sulle performance (molto probabilmente lo farà a Ginevra), ma non è illogico immaginare che saranno simili ai modelli uscenti. Un piccolo appunto va poi fatto sul 4 cilindri TSI, che sulla già citata versione TCR potrebbe toccare senza troppi problemi i 300 cavalli.
Ibrida plug-in da 245 cavalli e 60 km di autonomia in elettrico
La GTE merita invece un capitolo a parte per via della motorizzazione più “parca”. A muovere l’ibrida plug-in di Wolfsburg ci pensa infatti un “millequattro”, sempre 4 cilindri, TSI e un motore elettrico alimentato da una nuova batteria da 13 kWh che è il 30% più grande rispetto a quella della generazione precedente. Il risultato degli sforzi di entrambi i propulsori sono 245 cavalli e 400 Nm di coppia, numeri che la mettono più o meno sullo stesso livello di performance della sorella GTI. Rispetto a prima la GTE garantisce poi 60 km di autonomia se si vuole girare con il solo motore elettrico, con la velocità massima che in questo caso arriva al massimo a 140 km/h prima che si riaccenda il motore endotermico. Ma anche in questo caso, così come già detto per la sorella non ibrida, il powertrain è identico a quello della Cupra Leon in versione plug-in presentata qualche giorno fa.
Assetto ribassato e nuove luci al Led per un look più aggressivo
Cambiare, ma non troppo. Un mantra questo, fissato con il Super Attack nella testa dei designer Volkswagen quando si tratta di realizzare una nuova GTI e, negli ultimi anni, anche la GTD e la GTE. Il look infatti deve essere sì più cattivo, ma quanto basta per renderle immediatamente riconoscibili se parcheggiate vicino ad una Golf normale. E la nuova generazione non fa eccezione, con l’anteriore che è composto adesso da una grande presa d’aria nera a nido d’ape che ospita i cinque elementi dei fendinebbia e sembra pronta a mangiarsi l’asfalto. Subito sopra fa bella mostra di se il nuovo gruppo ottico che corre da una parte all’altra del muso, con una striscia colorata che ne segue l’andamento e insieme al badge sulla calandra identifica i tre modelli. Al posteriore, il fatto che ci si trova davanti ad una versione più sportiva è sottolineato principalmente dallo spoilerino fisso alla fine del tetto e dai doppi scarichi (sdoppiati sulla GTI, uniti sulla GTD e non pervenuti sulla GTE). A donare un aspetto più schiacciato a terra alla GTI e GTD ci pensa anche l’assetto ribassato di 1,5 cm, la GTE mantiene l’assetto standard, e cerchi da 18 pollici (alquanto discutibili quelli della GTI visibili nella seconda fotogallery) che possono anche essere da 19 per mettere ancora di più in bella mostra l’impianto frenante dedicato.
Classici ma anche tecnologici e connessi
Entrando in auto, l’abitacolo delle nuove GTI, GTD e GTE riserva ben poche sorprese rispetto alle Golf normali o alle generazioni precedenti. I sedili infatti, seppur nuovi nel disegno e con il poggiatesta integrato, adottano il classico tartan introdotto 45 anni fa dalla prima GTI e lo declinano i tre tinte a seconda del modello: grigio e rosso per la GTI, due toni di grigio per la GTD e grigio e blu per la GTE. Ma i tratti storici finiscono qui e lasciano il posto ad un’ondata di tecnologia. Davanti al guidatore ci sono infatti i due display da 10,25 e 10 pollici del quadro strumenti e dell’infotainment, con quest’ultimo che si connette alla rete tramite una Sim dati per dialogare con auto e infrastrutture grazie alla funzione Car2X, controllare il clima tramite app o scaricare nuovi ADAS dal marketplace Volkswagen. ADAS che comprendono ad esempio il Travel Assist, composto da sistemi come il cruise control adattivo e il mantenitore di corsia che funzionano fino a 210 km/h e fanno raggiungere alle Golf una guida autonoma di livello 2. L’arrivo dei display ha comportato però la pressoché completa sparizione dei pulsanti dall’abitacolo, con i pochi sopravvissuti che sono diventati touch. Situazione questa che può portare il guidatore a distrarsi nei momenti in cui si sta guidando in maniera più spinta. Nelle versioni con cambio DSG, l’adozione del comando shift-by-wire (che funziona attraverso cavi e non con le leveraggi) ha permesso l’impiego della leva minuscola delle foto liberando molto spazio nel tunnel.