

Da quaranta anni a questa parte nella vita degli automobilisti ci sono solo tre certezze: la vita, la morte e la Golf. E da stasera la storia della compatta di Wolfsburg continua con “la 8“, presentata tramite un evento live, e in streaming, così da permettere a tutti i fan in giro per il mondo di vederla. Con l’ottava generazione della loro storica cinque porte la Volkswagen ha puntato forte su connettività e tecnologia, snaturando pochissimo il lato estetico e offrendo un’ampia gamma di motorizzazioni. Da qui al 2027, anno in cui dovrebbe arrivare (teoricamente) la nona serie, la Golf non solo dovrà vedersela con un parterre di concorrenti esterne sempre più agguerrite, ma anche dalla sorella ID.3 presentata a Francoforte che ne segue le orme per quanto riguarda il posizionamento all’interno del segmento.
Nuova, ma non troppo
Nel disegnare una nuova Golf i designer ogni volta si trovano in difficoltà in quanto devono evolvere, innovare, ma senza stravolgere la linea che Giorgetto Giugiaro tirò fuori dal cilindro quarant’anni fa con la prima serie (molto bello tra l’altro l’omaggio resogli durante la presentazione. Basata sull’ormai immortale piattaforma MQB, l’ottava serie infatti nelle dimensioni è pressoché identica alla 7 (è alta 1,45 metri, larga 1,78 e lunga 4,28 per 2,63 metri di di passo), ma introduce nuove nervature e nuovi gruppi ottici al Led di serie (optional i Matrix), con quelli all’anteriore che danno al’auto uno sguardo un po’ più cattivo anche grazie alla cromatura che li unisce, mentre quelli al posteriore sono una semplice rivisitazione più squadrata di quelli della versione uscente. Personalmente appena l’ho vista non mi ha fatto una grossa impressione per via della somiglianza con la settima generazione, ma poi appena ci si rende conto di che la clientela tipo della Golf non vuole rivoluzioni ma evoluzioni, io la paragono a quella della 911 per fanatismo, tutto torna e si comincia a vederla da un’altro punto di vista e , in parte, ad apprezzarla.
Motori per tutti i gusti (e tutte le tasche)
Stasera nel presentare l’auto l’AD Herbert Diess ha spiegato che mentre la prima Golf è arrivata nel periodo della crisi petrolifera negli anni ’70, l’ottava generazione arriva durante la crisi del clima e quindi deve puntare anche lei sull’efficienza sia come emissioni che come consumi. La compatta di Wolfsburg arriverà infatti con ben 8 tipi di motorizzazioni diverse pensate per soddisfare ogni tipo di cliente. Si parte dai benzina, che sono tutti turbo, con due “mille” 3 cilindri da 90 e 110 cavalli, arrivando ai 4 cilindri da 1.5 litri capaci di 130 o 150 cavalli e di disattivare un cilindri quando il motore non ne ha bisogno. A seguire c’è il diesel da 2 litri, il “millesei” è materia del passato, disponibile con 115 o 150 cavalli e dotato di due catalizzatori Scr e doppia iniezione di urea per abbassare i consumi del 17% e, sopratutto, tagliare fino all’80% le emissioni di ossido di azoto (o NOx). Dopo le motorizzazioni classiche si entra nel mondo dell’ibrido attraverso i mild-hybrid con sistema a 48 volt e chiamati eTSI poiché basati sui tre benzina più potenti. Chiudono la gamma le varianti ibride plug-in GTE, con entrambe che impiegano un 4 cilindri turbobenzina di 1.4 litri abbinato ad un motore elettrico alimentato da un pacco batterie da 13 kWh, con come risultato finale 204 o 245 cavalli e un range in modalità EV che non è stato acora comunicato. Per quanto riguarda i cambi invece la Volkswagen continua ad offrire il cambio manuale a sei marce e il doppia frizione DSG a 7 rapporti (che ha ripreso l’odiosa levetta simil-rasoio elettrico della nuova 911), con la trazione che potrà essere o solo anteriore o l’integrale 4Motion. Per quanto riguarda la e-Golf ovviamente l’arrivo della ID.3 ne ha decretato la pensione anticipata, mentre bisognerà aspettare il 2020 per vedere la versione TGI a metano e le più potenti GTD, GTI e R.
Più digitale e tecnologica che mai
Con un esterno che come già detto ha portato in dote ben pochi cambiamenti, all’interno la Golf 8 mostra tutti i progressi fatti rispetto alla precedente generazione. Si parte con quello che è stato definito “l’Innovision cockpit“, ovvero il quadro strumenti digitale da 10,25 pollici già visto sulla 7 e l’inedito schermo dell’infotainment da 8, 35 pollici (optional quello da 10) che sono posti alla stessa altezza ma non sono uniti come sulle nuove Mercedes. Un disegno questo che riprende totalmente quello introdotto con la nuova Tuareg. L’introduzione degli schermi ha però comportato la sparizione di tutti i tasti fisici per clima, controllo del tetto panoramico (se c’è ovviamente) e luci in favore di una versione a sfioramento e con un numero totale che è comunque inferiore rispetto a prima. Soluzione questa, che continuo ormai a ripetere da tempo, che porta il guidatore a distrarsi un po’ troppo dalla guida (anche con lo schermo posizionato in alto come in questo caso) e anti-estetiche ditate quando i display sono spenti. A venire in soccorso ci pensa però il nuovo assistente vocale, il quale risponde alla frase “Ciao Volkswagen” e permette per esempio di abbassare o alzare sia la temperatura che la velocità del clima, chiamare qualcuno o impostare il navigatore. Navigatore che grazie alla funzione Car2X permette di dialogare con auto e infrastrutture nel raggio di 800 m per sfruttare l’onda verde o cambiare strada in caso di incidente, il tutto agendo anche sugli ADAS di è equipaggiata la vettura e di cui parlerò tra poco. L’auto sarà poi controllabile anche da remoto tramite app e permetterà di preriscaldare o raffreddare l’abitacolo o, in caso delle plug-in, controllare quanta autonomia elettrica si ha ancora a disposizione.
Sicura e personalizzabile
La Golf 8 ha poi segnato l’arrivo di serie di assistenti alla guida come il Lane Assist e il Front Assist che include la frenata di emergenza in città con riconoscimento di pedoni e ciclisti (che sappiamo avere il maledetto vizio di buttarsi in mezzo alla strada). Ma l’ottava generazione della compatta non si ferma qui e segue in parte le orme della Tesla. I clienti infatti potranno andare sul Market Place Volkswagen e acquistare separatamente alcuni ADAS, o aggiornarli, grazie alla funzione Over The Air (o OTA) come si fa con un’applicazione. Per esempio, grazie alla presenza del radar anti-collisione di serie, si potrà pagare e avere il cruise control adattivo anche dopo un anno dall’acquisto e senza dover andare per forza in concessionaria. Il cruise adattivo inoltre è collegato alle telecamere di bordo, alla cartografia, cartelli stradali e al GPS per diventare predittivo e regolare la velocità se ci si sta avvicinando a rotonde, incroci o curve. Completa il pacchetto il Travel Assist che rientra nella guida autonoma di livello 2 permettendo al guidatore di non gestire sterzo, freno o gas ma non di togliere le mani dal volante, altrimenti l’auto dopo un avvertimento lo disattiva automaticamente.