

Come annunciato negli scorsi giorni attraverso due trailer, la Ferrari alle 19:30 di oggi ha tolto i veli alla nuova SF90 Stradale: semplicemente la prima ibrida di serie nella storia del cavallino rampante. Il nome rimanda subito ad una parentela più o meno diretta con la monoposto che compete, ahimè finora con scarsi risultati, nel campionato di Formula 1 e omaggia il 90 anniversario della scuderia nella massima competizione motoristica. La nuova arrivata segnerà inoltre un nuovo cammino per le sportive di Maranello, entro il 2022 infatti il 60% della gamma sarà ibrido, e spodestando 812 Superfast come vettura più importante all’interno del listino (è la prima V8 a farlo). I prezzi di partenza non sono ancora stati comunicati, ma si parla di cifre oltre i 400.000 euro e di consegne programmate per i primi mesi del 2020. Ma ora bando alle ciance e concentriamoci sulle cose serie!

La vista laterale ha qualcosa della J50, della LaFerrari e della F8 Tributo
La Ferrari stradale più potente di sempre
Prima le cattive notizie: sotto al cofano in vetro non c’è una V12 aspirato come nella LaFerrari, ma l’ottimo V8 biturbo (vincitore pochi giorni fa del premio “Performance Engine of the Year”) visto per la prima volta sulla 488GTB. Sulla SF90 però la cilindrata è stata portata da 3.902 a 3.990 cm3, le valvole wastegate delle turbine sono passate al controllo elettronico, l’iniezione di benzina è a 350 bar di pressione e sia il sistema di scarico che quello di aspirazione sono stati aggiornati e resi più performanti. Grazie a questi “aggiustamenti” il propulsore tocca adesso l’incredibile cifra di 780 cavalli e 800 Nm di coppia, diventando di diritto l’otto cilindri più potente mai prodotto a Maranello. Ma le sorprese non finiscono qui. A dar manforte al V8 (quasi ne avesse davvero bisogno) c’è infatti uno squadrone di 3 motori elettrici da 220 cavalli complessivi, con uno che come l’MGU-K usato in F1 si posiziona tra il propulsore a benzina e l’inedito cambio a doppia frizione da 8 rapporti. Gli altri due motori sono invece posizionati all’anteriore e danno la possibilità, grazie al nuovo sistema Rac-e (o Regolatore Assetto Curva Elettrico), di muovere indipendentemente le due ruote grazie al torque vectoring. Nel complesso, se viene selezionata la modalità Qualify sul “eManettino” (di cui parlerò più avanti), la SF90 diventa la Ferrari stradale più potente di sempre grazie alla mostruosa cifra di 1000 cavalli e dotata di una trazione integrale estremamente intelligente oltre che di prestazioni da vera prima della classe: da 0 a 100 kmh in 2,5 secondi (DUE SECONDI E MEZZO), da 0 a 200 km/h in 6,7 secondi e una velocità massima di 340 km/h. Ma la SF90 ha ancora una sorpresa. Se viene selezionata la modalità eDrive infatti l’auto può muoversi con i soli motori elettrici anteriori (diventando a tutti gli effetti la prima Ferrari a trazione anteriore della storia) e potendo contare sia su un’autonomia massima di 25 km che su una velocità massima di 135 km/h.
Nuovo telaio per contenere il peso
L’arrivo del nuovo sistema ibrido, oltre agli evidenti vantaggi dal punto di vista delle performance, ha però comportato un peso extra di ben 270 kg. Per controbilanciare questa zavorra, in Ferrari sono partiti da un foglio bianco e hanno e realizzato un telaio nuovo di zecca usando metalli e materiali compositi ultraleggeri come l’alluminio e la fibra di carbonio. Il risultato è un’auto che pesa 1.570 kg a secco, cioè non proprio pochi quando si parla di supercar. A Maranello però assicurano che la rigidità strutturale sia così buona che le inerzie dei kg extra non saranno minimamente avvertite durante la guida più spinta. A fare avvertire ancora meno la massa dell’auto ci penserà un’aerodinamica studiata maniacalmente da Flavio Manzoni e dai ragazzi del Centro Stile Ferrari, con una linea finale molto pulita e “fluida” che riprende alcuni dettagli delle one-off più recenti (vedi P80/C e J50) e assicura fino a 390 kg di carico aerodinamico a 250 km/h. La SF90 porta poi in dote il nuovo “shut-off Gurney“, cioè un sistema attivo brevettato che analizza i flussi d’aria che passano sopra l’auto e la fa “stallare” nei rettilinei per farla andare più veloce, salvo poi richiudersi in caso di curve o durante le frenate. In Ferrari dicono che riprende il DRS della F1. Io dico che invece assomiglia al sistema ALA della Lambo. Vedremo chi avrà ragione.

Il retro della SF90 Stradale sa più di concept che non di modello definitivo
Interni all’insegna del digitale
Proprio come la meccanica e gli esterni, anche l’abitacolo della SF90 è totalmente nuovo e segue il mantra “occhi alla strada, mani sul volante”. Il guidatore infatti adesso interagirà con un nuovo volante dotato di tasti touch, facilmente raggiungibili con i pollici, e con un inedito quadro strumenti digitale curvo da 16 pollici (il primo della storia) con il contagiri posto sempre nel mezzo. Per gestire il complicato powertrain il pilota avrà a disposizione ben due manettini: il primo è il classico “Manettino” con le sue modalità di guida (wet, sport, race, CT-off e ESC off), mentre il secondo è il sopracitato eManettino e comprende i settaggi eDrive, Hybrid, Performance e Qualify. Gli interni comprendono inoltre i nuovi comandi per il cambio posti nel tunnel e ispirati alla “gabbia” delle vecchie trasmissioni manuali e il classico schermi digitale per il passeggero. Tra le novità più interessanti spiccano i fari a matrice di Led e la nuova spettacolare chiave d’accensione, con quest’ultima che arriverà su tutta la gamma e riproduce il logo rettangolare della casa, può essere verniciata o lasciata con una finitura color metallo, può essere personalizzata con il nome del modello, funziona in modalità full keyless (cioè basta tenerla in tasca per accendere e aprire l’auto) e ha una nicchia dedicata dietro i comandi del cambio.
L’Assetto Fiorano è per chi ha il piede pesante
Insieme alla SF90 “normale”, la Ferrari ha presentato anche il cosidetto “Assetto Fiorano” per i clienti dal piede pesante. All’interno di questo pacchetto troviamo infatti gli ammortizzatori della Multimatic derivati dalle competizioni GT, pneumatici Michelin Pilot Sport Cup2 realizzati su misura (dotati di una mescola più morbida e di poche scanalature sulla sezione esterna). Completa l’assetto un alleggerimento complessivo di 30 kg grazie a materiali ultra-leggeri come la fibra di carbonio usata per il fondo, i pannelli porta e il flap di gurney aggiunto al posteriore (necessario per i 390 km di downforce), e il titanio impiegato per le molle e il sistema di scarico.