

La serie 992 è ormai stata presentata da sei mesi e i primi esemplari hanno già cominciato ad arrivare sulle nostre strade, ma nonostante questo la Porsche sembra davvero incapace di staccarsi definitivamente dalla serie 991.2. In questi giorni infatti la casa di Zuffenhausen ha ufficializzato la produzione in 1948 esemplari della Speedster che avevamo visto sotto forma di concept negli scorsi mesi (trovate l’articolo qui), mandando letteralmente in visibilio i petrolhead di tutto il mondo. In Italia i clienti interessanti potranno già recarsi nel proprio delaer di fiducia, salvo prepararsi a pagare (almeno) 277.384 euro. IVA inclusa ovviamente.
Cambio manuale e 6 cilindri boxer aspirato
Meccanicamente la 911 Speedster definitiva è identica alla concept degli scorsi mesi, quindi sotto la nuova pelle si nasconde sempre la GT3 serie 991.2. Gli ingegneri volevano infatti rendere l’auto il più appetibile per i puristi di tutto il mondo utilizzando soluzioni “classiche”. Sotto al nuovo cofano posteriore in carbonio, su cui ritornerò tra poco, trova posto il grandioso 6 cilindri boxer di 4 litri aspirato e turbocompresso (non sia mai), che grazie all’inedito scarico in titanio derivato dalla GT3 R, tocca quota 510 cavalli e da brividi quando si raggiunge il limitatore fissato a 9.000 giri. A inviare tutta la potenza alle sole ruote posteriori non ci sarà però il classico PDK a 7 rapporti, che non è offerto nemmeno come optional, ma un classico cambio manuale a 6 rapporti dotato del Porsche Torque Vectoring (o PTV) e del bloccaggio meccanico del differenziale posteriore. Per quanto riguarda le prestazioni la scheda tecnica parla di uno 0 a 100 km/h completato in 4 secondi, di uno 0/200 km/h in 12,2 secondi e di una velocità massima di 310 km/h, cioè in linea con la variante Touring della GT3. Rispetto all’auto su cui è basata, la Speedster guadagna di serie i freni carboceramici PCCB (riconoscibili dalle pinze gialle) con pinze monoblocco in alluminio a 6 pistoncini all’anteriore e a 4 pistoncini al posteriore, il sistema per il controllo attivo delle sospensioni PASM e il Porsche Stability Management (o PSM) per il controllo di stabilità.
Alla ricerca della leggerezza
Nel disegnare la nuova Speedster i designer Porsche hanno cercato di riprendere il più possibile dalla 356 Speedster di 71 anni fa, ma al contempo puntando su un peso il più risicato possibile. Ecco che allora i paraurti, i passaruota e i due cofani, con il posteriore che è caratterizzato dall’iconica doppia bolla, sono stati realizzati in fibra di carbonio. La lista dei “tagli” al peso comprende anche la vetratura di dimensioni ridotte rispetto alla norma (altro rimando alla Speedster originale), all’eliminazione dell’aria condizionata, la capote in tela dal disegno esclusivo (nessun’altra Porsche ha questo tetto) e dall’apertura manuale e non attraverso un motorino elettrico, . Grazie a questi accorgimenti l’auto riesce a rimanere sotto i 1.500 kg di peso, 1.465 per l’esattezza, ottenendo in cambio una dinamica di guida decisamente più coinvolgente. Non ci sono solo buone notizie però. Il processo di conversione da concept ad auto “di serie” ha infatti eliminato dettagli classici come lo sportello per il rifornimento in allumino posizionato al centro del cofano anteriore e gli specchietti in stile “Talbot”.
Scritte dorate e pacchetti Heritage Design per un look retrò
Gli interni della nuova Speedster, proprio come la meccanica, ricalcano quanto già visto sulla uscente GT3. Di serie la sportiva di Zuffenhausen offre i fianchetti e i poggiatesta dei sedili contenitivi con guscio in carbonio, i braccioli nei pannelli porta e la leva del cambio sono rivestiti con pelle nera, mentre la parte centrale dei sedili è realizzata con della pelle traforata. I designer hanno poi voluto dare un ulteriore tocco retrò all’auto realizzato i classici 5 quadranti della strumentazione negli stessi colori della della 356 Speedster, cioè neri con lancette bianche e numeri verdi. Per i porschisti più sfegatati (e ricchi soprattutto) la casa metterà a disposizione dei pacchetti chiamati “Heritage Design” sviluppati appositamente dal reparto Porsche Exclusive Manufaktur, i quali hanno l’obiettivo di riprendere e reinterpretare alcuni dettagli tipici degli anni ’50 e ’60 come gli interni nero/cognac della fotogallery qui sopra. Tra gli optinal più interessanti c’è sicuramente la verniciatura definita “Spears” e le decorazioni “Lollipop”, con la prima che viene applicata sopra la vernice principale (che può essere il Guard Red o il GT Silver Metallic delle foto) in corrispondenza del muso e delle minigonne laterali, mentre le seconde sono i classici cerchi bianchi con all’interno il numero e vengono verniciate sul cofano anteriore e sulle portiere. I clienti che opteranno questa specifica potranno poi scegliere le due cifre da realizzare all’interno. Per rendere ancora più speciale e retrò la propria Speedster, gli acquirenti potranno decidere se verniciare il nome del modello (che è applicato in coda e vicino ai montanti posteriori) e la targhetta riportante il numero di serie dell’auto (posizionata tra i due sedili) in oro. Un dettaglio questo che secondo la Porsche deriva direttamente dai modelli del 1954. Questi sono però solamente degli esempi, tutti i 1948 fortunati avranno infatti un catalogo di personalizzazioni, materiali e vernici tra cui scegliere quasi infinito, con poi la possibilità di ordinare poi anche uno dei due cronografi creati appositamente per la Speedster (visibili nella fotogallery qui sotto).