La Bentley segue la strada già tracciata dalla Continental GT presentando la variante V8 della Flying Spur, che nelle mire del costruttore di Crewe dovrebbe avvicinare quella fetta di clienti che non si può permettere la variante W12 (per motivi di tassazione o perché proprio non possono spendere quella cifra), garantire più agilità all’auto e abbassare complessivamente le emissioni. Gli ordini per la otto cilindri sono già aperti con consegne in UK e Europa previste per la fine del 2020, mentre gli altri mercati dovranno aspettare il 2021.
550 cavalli e 100 kg in meno
Il paragone iniziale con la Continetal GT non l’ho scelto a caso, perché aprendo il lungo cofano in alluminio della Flying Spur ci troviamo davanti al medesimo V8 biturbo di 4 litri già impiegato sulla gran turismo. I dati sono anch’essi identici: 550 cavalli, 770 Nm di coppia e 318 km/h di velocità massima, mentre nello 0 a 100 km/h il tempo sale di due decimi arrivando a 4.1 secondi. Ma esattamente come per la sorella anche la Flying Spur usa il V8 per offrire qualcosa di diverso dal più grosso e potente W12; la mancanza di quattro cilindri ha permesso infatti di far scendere il peso di 100 kg migliorando al contempo la distribuzione dei pesi. Se a questo si aggiungono caratteristiche quali le sospensioni pneumatiche a tripla camera, barre antirollio cave, il Torque Vectoring by Brake, il Drive Dynamics Control e lo sterzo elettrico ecco che si ottiene un’auto più agile, piatta e disposta a digerire meglio le curve. Tuttavia, rispetto alla variante con il dodici cilindri, mancano di serie sistemi come il controllo attivo del rollio a 48V e le quattro ruote sterzanti, che potrebbero rendere la Flying Spur non solo più divertente da guidare ma anche più comoda sui lunghi tragitti.
Cambiano scarichi e badge
Al momento di dover rivedere la scocca sono quasi sicuro che in Bentley si sono domandati: “La modifichiamo così che tutti si accorgano che è una V8 oppure cambiamo giusto qualche dettaglio?”. La risposta, ancora una volta, arriva dalla Continental GT. Esteticamente infatti tutto sembra essere rimasto al suo posto a partire dall’enorme calandra sovrastata dal lungo cofano, la fiancata molto pulita e il retro discendente. Guardando con più attenzione però si nota che dietro ai passaruota anteriori il badge W12 è stato sostituito da quello V8, così come al posteriore i grossi terminali ovali della variante più potente hanno lasciato il posto a quelli quadrupli leggermente ovalizzati già visti sulla Conti. Le differenze comprendono infine anche il nuovo set di cerchi da 20 pollici a 10 razze visibile nelle foto. Sfruttando l’esperienza già incamerata dalla variante W12 la nuova V8 è disponibile in 60 tinte diverse comprese quelle personalizzate by Mulliner, a cui si può aggiungere il pacchetto Blackline Specification che rende brunite le cromature (come nelle foto) al fine di rendere esteticamente più sportiva l’auto.
Da oggi anche con il telecomando per controllare l’auto
Dentro, manco a dirlo, il lusso raggiunge vette che farebbero impressione anche ai migliori hotel. La plancia conferma il Bentley Rotating Display e la possibilità di scegliere tra sette tipi di legno differenti tra cui fa comunque capolino la fibra di carbonio lucida. I sedili, che possono essere quattro o cinque a seconda del set-up che si sceglie, sono rivestiti ovviamente in pelle di primissima qualità cosi come i vani portiera, parte del cruscotto e il volante, con i clienti che in questo caso possono scegliere tra dieci colori e due diverse impostazioni bi-colore. Ma c’è una novità: se si opta per la configurazione a 4 posti nel tunnel centrale ci sarà un inedito telecomando touchscreen, sembrerebbe delle dimensioni di uno smartphone, con cui controllare ad esempio il clima o la radio. La lista degli optional comprende inoltre ben due sistemi audio oltre a quello di serie, con l’impianto della Naim da 2.200 Watt e 19 altoparlanti che fa la parte del leone.