

In Mini l’hanno definita “una rarità con geni da corsa che punta a diventare il nuovo riferimento nel segmento delle piccole premium”. Un bel biglietto da visita quello della nuova JCW GP, presentata al Salone di Los Angeles dopo moltissime anticipazioni e foto spia. La terza generazione della piccola inglese indiavolata verrà però realizzata in soli 3.000 esemplari e con un costo che in italia dovrebbe aggirarsi intorno ai 45.000 euro. Non proprio un affare.
La Mini più potente di sempre
La ricetta base di ogni JCW dalla prima serie del 2006 fino a quella attuale è rimasta sempre la stessa: prendere una John Cooper Works normale e portarla al massimo delle proprie capacità. Detto fatto. Sotto al cofano dotato di presa d’aria, e barra duomi per renderlo più rigido, c’è infatti il motore più potente mai montato su una Mini, cioè un quattro cilindri “duemila” già visto su altre auto del gruppo BMW e capace di sprigionare 306 cavalli e 450 Nm di coppia. L’aumento di 75 cavalli rispetto alle altre JCW è da imputarsi soprattutto ad una revisione ed aggiornamento del sistema di raffreddamento e aspirazione, oltre ad un turbina rivista ed uno scarico nuovo di zecca con doppi terminali centrali. A evitare che ruote anteriori pattinino o che la macchina vada in sottosterzo ci pensano il cambio automatico a 8 marce, l’ESC e il differenziale meccanico, con quest’ultimo che ripartisce la coppia tra le due ruote in base alla quantità di grip a disposizione. Se poi si imposta la nuova modalità di guida GP, il controllo di stabilità diventa di manica decisamente larga permettendo di uscire un po’ di traverso dalle curve. Per quanto concerne le prestazioni la piccola inglese scatta da 0 a 100 in 5,2 secondi e raggiunge una velocità massima di 265 km/h, questo finché non si chiamano in causa i nuovi dischi anteriori in alluminio da 360 mm e equipaggiati con una pinza da 4 pistoncini (flottante e mono-pistoncino dietro). Stranamente però, considerando le prestazioni dell’auto, i dischi solo solo autoventilanti e non forati.
Livrea dedicata e gli “spats”per renderla ancora più tamarra
L’upgrade dato dalla sigla GP non ha però solo riguardato la meccanica ma anche l’estetica. La terza generazione della sportiva inglese ha infatti preso gli insegnamenti delle due generazioni precedenti e gli ha evoluti a modo suo. Ecco comparire quindi paraurti specifici con prese d’aria più grosse, un cafonissimo alettone posteriore con la sigla GP ai lati, cerchi in lega bicolore da 18 pollici (i più leggeri di sempre), i due terminali centrali con un diametro di 90 mm e passaruota ovviamente allargati. E proprio attaccati a quest’ultimi troviamo quelli che forse sono la novità più importante: gli spats. Già, ma molto probabilmente vi starete chiedendo cosa sono. Gli spats non sono altro che le appendini aerodinamiche realizzate con carbonio riciclato che vedete alle estremità dei passaruota, utili secondo la casa a rendere più stabile l’auto durante le sessioni in pista e ottimi per mostrare il numero di serie dell’auto. La JCW GP e poi resa ancora più aggressiva, quasi al limite della tamarraggine, grazie alla livrea specifica composta dalla vernice Racing Grey che varia dal grigio a viola e il nero lucido usato per le maniglie, il tappo del serbatoio e la cornice dei fari a Led. Il look è completato sia dal Chili Red e il Rosso Matt usato per strisce e loghi che dal Melting Silver per il tetto e le calotte degli specchietti.
All’interno tutto si fa molto più racing e moderno. Prima di tutto al posteriore il divanetto è stato eliminato per eliminare del peso, ed è stato sostituito da un tessuto nero e da una barra in rosso fuoco posta dietro i sedili. Per quanto riguarda l’interfaccia uomo-macchina il guidatore avrà davanti a se un nuovo quadro strumenti digitale e il classico display del’infotainment. Un’altro dettaglio inedito sono poi i paddle in alluminio del cambio automatico, il mirino a ore 12 sul volante e la modanatura sita sul cruscotto e riportante il numero di produzione dell’auto. Tutti e tre gli elementi vengono infatti stampati in 3D, con le palette che riprendono la trama esagonale delle prese d’aria del muso.