

Quando la vidi per la prima volta al Salone di Detroit del 2015 la BMW M2 mi stregò immediatamente, un vero colpo di fulmine. Ora, a soli 4 anni di distanza e con la variante Competition che ancora mi fa battere il cuore, la coupè di Monaco chiude la sua brillante carriera con l’attesissima versione CS che verrà mostrata dal vivo al Salone di Los Angeles (22 novembre – 2 dicembre). Tra le varie buone notizie che l’auto si porta dietro, ne parlerò tra poco, c’è però anche un grosso ma: il colosso tedesco ha infatti deciso di produrne solo 2.200 esemplari a partire da marzo 2020, inoltre il prezzo di partenza di 95.000 euro non la rende esattamente alla portata di un pubblico giovane (sopratutto in Italia tra assicurazione e superbollo).
Pensata per gli amanti della guida
Con la nuova CS la BMW ha messo in campo il meglio del suo repertorio, a partire dalla meccanica. Sotto al nuovo cofano in plastica rinforzata da fibra di carbonio, ma di questo parlerò nel paragrafo successivo, troviamo lo stesso 6 cilindri in linea da 3 litri che muove la versione Competition, ma in questo caso la potenza cresce di 40 cavalli toccando quota 450 cavalli e 550 Nm do coppia: cioè la stessa cifra di M3 e M4 dotate del pacchetto Competition. Una valanga di cavalli se si considera che la 3 porte non può contare sulla sofisticata trazione integrale di M5 e M8 ma solo sulle ruote posteriori. Per rendere ancora più adrenalinica e pura l’esperienza di guida, a Monaco hanno pensato bene di confermare il cambio manuale a 6 rapporti (con funzione di doppietta automatica) come soluzione base, mentre per coloro che cercano di più il tempo sul giro, o semplicemente non si trovano a loro agio con 3 pedali, c’è sempre il fulmineo doppia frizione DKG a 7 rapporti. Quest’utimo può poi essere regolato attraverso le modalità Efficient, Sport e Sport+ per adattarlo alle varie situazioni. Le prestazioni parlano di uno 0 a 100 bruciato in soli 4 secondi, 4,2 con il manuale, e di una velocità massima di 280 km/h se si opta per l‘M Drivers Package. Ad aiutare il guidatore a raggiungere il nirvana del divertimento troviamo il differenziale al posteriore che permetterà di produrre grosse nuvole di fumo ad ogni rotonda e le sospensioni regolabili attraverso 3 diversi settaggi: Comfort, Sport e Sport+. In caso poi si sia esagerato un po’ troppo e si vuole ritornare sulle terra, basta pestare il pedale del freno per far salire in cattedra il nuovo impianto frenante con dischi da 400 mm all’anteriore e 380 mm al posteriore, mentre i dischi in materiale composito (e le pornografiche pinze dorate) sono disponibili solo come optional.
Misano Blue e carbonio come se piovesse
Come già visto per la meccanica, anche esteticamente la M2 CS si distingue dalla già pepata Competition. Prima di tutto, ognuno dei 2.200 clienti, anche i più fedeli, dovranno accontentarsi di averla nella (splendida) tinta Misano Blue delle foto, potendo solo scegliere se avere i cerchi forgiati da 19 pollici in oro o in nero. Ma il bello arriva adesso. I tecnici di Monaco hanno infatti preso il cofano, lo splitter, le calotte degli specchietti, il tetto e il diffusore e gli hanno sostituiti con una loro versione identica, salvo per il cofano che ha guadagnato una presa d’aria, ma realizzata in plastica rinforzata con fibra di carbonio. Questo alleggerimento ha portato non solo a far alzare il prezzo, ma ha anche abbassato il baricentro e il peso complessivo, 1.550 kg con il cambio manuale, a tutto favore della dinamica di guida. Il risultato finale vede la 3 porte diventare ancora più bassa e acquattata neanche fosse un giaguaro pronto ad addentare la preda. Un’impressione questa che viene data anche dal piccolo flap di Gurney alla fine della coda. Chiudono la lista delle novità lo scarico realizzato appositamente per la CS e gli interni con sedili Competition in pelle e Alcantara, il cruscotto con il logo CS, il tunnel in Carbonio e il volante M che può essere anche in Alcantara.
C’è anche quella da Corsa
Insieme alla CS stradale la BMW ha presentato anche la versione Racing omologata solo per la pista e acquistabile dai team privati. La coupè da corsa riprende motore e cambio dalla sorella “normale”, ma il primo potrà erogare potenze che vanno dai 280 ai 365 cavalli a seconda delle limitazioni imposte dal BOP (mantenendo sempre la coppia a 550 Nm), mentre il secondo è si sempre il DKG a 7 marce, ma in questo caso la gestione delle cambiate è realizzata su misura. Tra le varie parti specifiche troviamo le sospensioni con ammortizzatori ZF Sachs, barre antirollio regolabili, DSC e ABS da corsa, il differenziale autobloccante meccanico, lo scarico sportivo, l’impianto frenante Alcon e i cerchi da 18 pollici calzanti gomme slick.