

Con le celebrazioni per i suoi primi 110 anni di storia ancora in corso, la Bugatti ha deciso di presentarsi al classico appuntamento di Pebble Beach di metà agosto con una nuova hypercar. La Centodieci punta sì ad omaggiare l’anniversario della fondazione della casa da parte di Ettore Bugatti, ma soprattutto vuole celebrare a modo la EB110 nata durante la sfortunata parentesi italiana di Campogalliano e diventata una delle supercar più iconiche degli anno 90′. La nuova arrivata tra le francesi di Molsheim ha poi ripreso dalla sorella Divo l’esclusività e il prezzo fuori da ogni logica: ne verranno realizzati solo 10 esemplari (5 all’anno) con un prezzo di base di ben 8 milioni di euro e consegne previste non prima del 2022.
La EB110 SS come musa ispiratrice
Per realizzare la Centodieci, il capo del centro stile Bugatti Achim Anscheidt è partito da una classica Chiron e ne ha stravolto da cima a fondo la scocca, seguendo il medesimo processo impiegato per la Divo e la Voiture Noir. A ispirare il designer tedesco è stata la EB110 SS e le sue forme prettamente anni 90′, con quest’ultimo che le ha adattate e contestualizzate al 2019. All’anteriore quindi ritroviamo la calandra a forma di ferro di cavallo di dimensioni ridotte, le grosse griglie nel paraurti con lamelle orizzontali per allargare visivamente l’auto e i fari che riprendono il taglio di quelli dell’italiana ma più assottigliati. Muovendosi verso il retro si nota come la classica C Bugatti sia sparita dal profilo in favore di una linea di cintura più alta e tesa, mentre subito dietro fanno capolino le classiche prese d’aria con cinque elementi tondi della SS. La Centodieci reintroduce poi anche il vano motore vetrato, soluzione questa che era stata accantonata già con la Veyron e che ha richiesto l’impiego di due prese NACA sul tetto per raffreddare a dovere l’enorme W16 (di cui parlerò tra poco). Il posteriore infine è un insieme di dettagli storici e di elementi nuovi, con i primi che sono rappresentati dal grosso gruppo ottico che richiama la griglia e le luci della supercar di Campogalliano, mentre sono totalmente inediti il diffusore, l’ala posteriore e la posizione dei 4 scarichi.
Il W16 tocca quota 1.600 cavalli
Come vi ho anticipato nel paragrafo precedente la Centodieci si basa sulla Chiron utilizzando anche il medesimo propulsore. Quello che però non vi ho detto è che il W16 quadriturbo di 8 litri è stato portato dai consueti 1.500 cavalli fino a quota 1.600 (sì, MILLESEICENTO!), con le prestazioni che vedono la francese scattare da 0 a 100 in 2,4 secondi, da 0 a 200 in 6,1 secondi e da 0 a 300 in 13,1 secondi. Ma se vi aspettate che la nuova hypercar di Molsheim punti al record di velocità massima vi sbagliate, il tachimetro infatti è settato elettronicamente per far arrivare l’auto al massimo a 380 km/h. Una scelta questa che, proprio come fatto con la Divo, punta sul dare al guidatore il miglior feeling possibile quando si trova dietro al volante così da usare la Centodieci anche in pista. Il problema però rimane sempre il medesimo: cioè il peso. La Bugatti non ha diramato i dati riguardo il peso, ma ammette solo di limato 20 kg dal dato originale. Poco male, visto che una Chiron di base pasa quasi 2 tonnellate.