

Dopo il tracollo di settembre sembra non arrestarsi l’emorragia del mercato dell’auto in Italia, con un ottobre in flessione. Le cifre parlano di una diminuzione del 7,4% rispetto al corrispettivo del 2017 (con 146.655 immatricolazioni) e di 1.638.364 immatricolazioni, cioè un 3,2% in meno, nel periodo che va gennaio fino ad ottobre.
Governo e omologazione WLTP
La flessione del mercato a ottobre, ma sopratutto il crollo a settembre, è imputabile a tre cause principali: una politica frammentaria sul rinnovamento del parco auto nazionale, la caduta dei motori diesel e la nuova omologazione WLTP diventata legge dal 1 di settembre. Dalla loro governo e comuni si sono visti colpevoli di poche, e mal organizzate, leggi e incentivi a favore della sostituzione del vecchio e inquinante parco auto italiano, seguendo invece la moda di colpire i diesel tramite i blocchi del traffico (mal gestiti e organizzati anche loro). Una situazione commentata così dal presidente dall’Unrae Michele Crisci: “Per quanto l’obiettivo prioritario delle Amministrazioni centrali e locali dovrebbe essere quello di rinnovare il vetusto parco auto italiano, i provvedimenti introdotti, fra loro scollegati e, in alcuni casi destinati più a demonizzare alcune motorizzazioni rispetto al più alto obiettivo ambientale, non fanno altro che generare incertezza nel consumatore che, in molti casi, rimanda il momento di scelta e sostituzione della vettura e non supporta il processo virtuoso di ammodernamento del parco circolante”. La nuova omologazione WLTP ha invece avuto un effetto indiretto sul mercato, in quanto le case nel mese di agosto hanno proposto molti sconti e agevolazioni per liberarsi degli stock di auto prodotte prima della nuova legge, i quali hanno portato i cittadini ad acquistare in massa in estate e lasciando il mercato a secco negli ultimi due mesi. Con il fine di risolvere i tre problemi sopracitati la stessa Unrae, l’Anfia e Federauto hanno consegnato all’attuale governo alcune proposte per aumentare la mobilità sostenibile: una migliore diffusione delle colonnine di ricarica per le auto elettriche e un ente unico che si occupi delle leggi per la sostituzione dei veicoli più datati, che al momento sono 37,6 milioni e appartenenti alla categoria Euro 4 o a quelle inferiori.
Precipita il diesel, crescono elettriche e ibride
Per quanto riguarda le tipologie di alimentazione dei motori si notano due tendenze ben delineate: il tracollo del diesel e la crescita continua delle motorizzazioni alternative. Il motore a gasolio ad ottobre ha perso infatti il 27% dei volumi rispetto al 2017, cedendo 11 punti e mezzo nella quota di mercato e detenendo adesso il 52,4%. Discorso diverso invece per i benzina, protagonisti di una crescita del 22,5% e dell’aumento di 10 punti nel mercato, arrivando ora al 41,7%. Le vendite di ibride ed elettriche come già citato sono cresciute molto nel mese di ottobre, aumentando rispettivamente del 30 e 150% (!), merito soprattutto delle soluzioni per il noleggio e il miglioramento dei canali di vendita. Per quanto riguarda le motorizzazioni a gas va segnalata la caduta da un dirupo delle vendite del metano (-62,7%) e una leggera flessione del GPL.
Male quasi tutti i marchi
Nel crollo di settembre e nella flessione di ottobre sono pochi i marchi a salvarsi. Partendo da FCA si registra un calo in linea con il terzo trimestre in perdita, con il calo di Fiat (-20,73%), Alfa Romeo (-42,11%), Maserati (6,75%) e Lancia (-0,4%). Solo Jeep infine fa registrare una crescita degna di nota (7,3%). Anche per quanto riguarda le altre case produttrici di auto non premium si registra un calo più o meno diffuso, con il gruppo Volkswagen che perde il 2,81%, il gruppo PSA il 3,7%, Renault un incredibile -23,75% e con Ford e Toyota che invece crescono del 4,14% e 4,17%. Spostandosi tra i marchi premium si trova anche in questo caso il meno praticamente per tutti, con solo Volvo-Jaguar-Land Rover che fanno registrare una crescita (rispettivamente +47,34%,+97,77% e +1,97%)
Panda domina
Tra la top ten delle auto più vendute spicca decisamente il primo posto in solitaria dell’italiana Panda, che con 12.516 immatricolazioni stacca di molto la sorella Lancia Y al secondo posto (4.476 auto) e la Toyota Yaris al terzo posto ( 3.748 auto). A completare la classifica ci pensano la Renault Clio (3.584 auto), la Polo (3.449 auto), la Citroen C3 (3.226auto), la Fiesta (2.873 auto), la Ford EcoSport (2.731 auto), la 500 (2.710)e infine la Renegade (2.690 auto). Nonostante il fatto che la prima cross-over si sia classificata solo all’ottavo posto, la categoria (insieme ai 4×4) detiene da sola il 40% del mercato nazionale.

La Fiat Panda e la Panda Cross (Credits: Motor1)
I privati scalzano le aziende
Per quanto riguarda la tipologia di acquirenti, nel mese di ottobre l’unica categoria a conoscere il segno più è stata quella dei privati, capaci di crescere del +3,6%. Le aziende, da sempre componente importante grazie alle flotte, fa registrare un calo notevole del 29,7% sui volumi, uno del 16,6% sul noleggio e del 36% sulle autoimmatricolazioni.
Un 2019 ancora in perdita
Secondo le stime dell’Unrae il 2018 si chiuderà con 1.930.000 vetture immatricolate, confermando la perdita rispetto al 2017 (-2,1%) e arrestando una crescita che continuava da 4 anni di fila. L’associazione conferma poi che la flessione è dovuta principalmente a una mancanza di nuove immatricolazioni da parte dei privati, i quali vista l’incertezza che regna nella politica italiana sia a livello economico che riguardo le leggi sulla mobilità, preferiscono decisamente temporeggiare e affidarsi al noleggio. Le stime per il 2019 non sono poi rosee come ci si aspetterebbe, con una leggera flessione dello 0,1% che corrisponde a 1.928.000 immatricolazioni.
Credits foto titolo: Motori.it