

Il tracollo del mercato dell’auto in Italia sembra non conoscere una fine. I pessimi risultati fatti registrare ad ottobre continuano infatti anche a novembre, con un deciso -6,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (146.991 auto contro le 156.886 del 2017). Il quadro diventa ancora più deprimente se si paragonano gli ultimi 11 mesi contro i corrispettivi del 2017, i quali hanno fatto segnare un calo del 3,46% delle immatricolazioni (1.785.722 auto) e hanno portato gli analisti a stimare una chiusura dell’anno intorno al 3,1%.
Legge WLTP e recessione economica
Ma da cosa è stato causato questo tracollo improvviso? Il motivo principale è sicuramente la nuova legge WLTP sulle emissioni di Co2 deliberata a fine agosto dall’Unione Europea, la quale ha spinto le varie case a concedere fortissimi sconti ai clienti piuttosto vendere tutto il “magazzino” di auto non in linea con la nuova direttiva. La seconda motivazione è sicuramente legata alla nuova recessione nel quale il paese sembra stia per ricadere, come confermato dal Centro Studi Promotor: “Su un mercato sostanzialmente stagnante ha pesato la frenata di alcune case sui chilometri zero, ma anche la crescente consapevolezza da parte del pubblico dell’esaurirsi della ripresa economica. È comprensibile poi, anche in vista del sempre più probabile inizio di una nuova recessione, che i potenziali acquirenti di automobili tendano a tirare i remi in barca”. L’ultima causa è legata sicuramente alla moda di colpire i diesel, attuata tramite blocchi della circolazione sempre più soventi e stringenti (a Roma vengono già fermati gli Euro 6).
I diesel lasciano il posto alle elettriche
Considerando le cause scatenanti del calo è facile capire come mai tra le varie motorizzazioni il diesel abbia subito l’ennesima grave perdita. Il -25,6% toccato a novembre fa poi il paio con la perdita delle quote di mercato a favore degli altri propulsori, passate dal 56,5 al 45,1% (-11,4). Il gasolio può però ritenersi in buona compagnia per via dei non proprio esaltanti risultati raggiunti dal GPL (-6,2%) e dal metano (-41%). Contrariamente a quanto si possa pensare i benzina si dimostrano in ottima salute e capaci di far registrare una crescita delle immatricolazioni del 26,7%, superando il 40% delle quote di mercato. Continua poi la cavalcata indomabile delle motorizzazioni alternative, con gli ibridi che crescono del 17% (5,4 di quote di mercato) e le elettriche del 200%!
Ancora male FCA
Il gruppo FCA segue la strada tracciata dal mercato e per il terzo mese di fila fa segnare una flessione. Il -9,83% è però figlio sia di vari cali sia di riprese più o meno inaspettate. Le peggiori all’interno del gruppo italo-americano sono senza ombra di dubbio l’Alfa Romeo (capace di perdere il 54,02%) e la Fiat (15,56%). A traghettare la crescita ci hanno pensato la Jeep (34,31% e ennesimo mese in positivo) e le sorprese Lancia (13,97% e 4.463 auto) e Maserati (+3,88%).
Tracollo tedesco
FCA non è però l’unica a presentare il segno meno alla voce vendite, ma anzi è accompagnata da case ben più blasonate. Le tedesche per esempio, all’infuori del gruppo Volkswagen (+4,13%), hanno tutte raggiunto la doppia cifra nelle perdite, con il gruppo Mercedes che segna un -13,29%, il gruppo BMW -17,95% e la Porsche addirittura un -69,85%. Seguono le tedesche nel tracollo anche la Ford (-13,26%), la Reanult (-12,87%), il gruppo PSA (-0,23%) e parte delle giapponesi. Le uniche che sono riuscite a salvarsi da questo crollo sono state la Volvo (+20,99%), le Jaguar–Land Rover (12,43%) e le giapponesi Suzuki e Toyota grazie alle varianti ibride (17,13% e 4,39%).
L’usato non va meglio
In passato in casi di calo del mercato il mondo dell’usato riusciva a mantenersi comunque a galla grazie al prezzo minore dei veicoli. A novembre tuttavia la tendenza sembra essere cambiata, con la nuova legge WLTP che ha colpito duramente i veicoli più datati. I passaggi di proprietà infatti (senza contare le minivolture) hanno raggiunto quota 374.356, cioè un -3,6% rispetto al 2017.
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