

Quando si sostituisce un modello di successo risulta sempre difficile innovare senza allontanarsi troppo dal concetto originale, come è accaduto ai designer della Land Rover nel momento in cui si sono trovati a dover realizzare il nuovo Evoque. Il piccolo SUV in 8 anni di servizio è diventato infatti il best-seller della casa britannica, con più di 770 mila veicoli venduti in tutto il mondo. La linea esterna ha quindi richiesto solo una lieve “rinfrescata”, con le novità più grosse invisibili agli occhi e riguardanti la meccanica, con importanti cambiamenti alla piattaforma e ai motori. La Evoque è già ordinabile ad un prezzo base di 44.500 euro, cioè più o meno in linea con le rivali Audi Q3, Volvo XC40, Jaguar E-Pace e BMW X1.
Nuova piattaforma per l’ibrido
Come anticipato la nuova Evoque cambia sostanzialmente sotto pelle, merito sopratutto della nuova piattaforma PTA (Premium Transverse Architecture) in alluminio che va a sostituire la precedente D8. Il nuovo telaio ha permesso un irrigidimento generale del 13%, di allungare il passo di 2 centimetri migliorando lo spazio a bordo e di mantenere invariata la lunghezza dell’auto (sempre 4,37 metri). I passeggerei posteriori beneficeranno adesso di più spazio per le gambe (che era uno dei punti deboli del modello uscente), di vani portaoggetti più ampi rispetto a prima e di un aumento del bagagliaio da 591 a 1.383 litri (con il divano posteriore alzato o reclinato). La PTA tuttavia è stata studiata anche per andare incontro alle necessità dei motoristi, i quali richiedevano lo spazio necessario alle batterie delle motorizzazioni ibride (di cui parlerò dopo). Completano la piattaforma le ingegnose sospensioni, anteriori Hydrobrush e posteriori Integral Link, che possono essere accoppiate agli ammortizzatori adattivi (optional) per rendere la guida più confortevole su tutte le superfici.

Nuova Evoque, l’auto giusta per le scampagnate domenicali. Più o meno (Credits:Motor1)
Piccoli accenni di Velar
Al contrario della meccanica lo stile degli esterni rimane pressoché identico al modello uscente, con la conferma dei punti forti come la linea di cintura alta, il tetto spiovente da coupè, i fari assottigliati, la vetratura che sembra un tutt’uno e le fiancate alte e muscolose. Se osservato più attentamente il nuovo Evoque mostra però piccoli accenni presi dall’elegante sorella maggiore Velar, tra cui spiccano: le maniglie a scomparsa, gli accenni color bronzo, i fari a Led con un nuovo disegno (a matrice di Led come optional) e il piano in nero lucido utilizzato per posizionare il nome della casa. Spostandosi agli interni l’ammodernamento su base Velar è decisamente più evidente. La strumentazione digitale/analogica del vecchio esemplare è sparita e ha lasciato il posto a 3 schermi in altissima definizione, di cui uno da 12,3” come quadro strumenti e due da 10″ per controllare il clima (con filtro agli ioni) e l’infotainment (quest’ultimo si inclina verso il guidatore ad auto accesa). Il nuovo sistema di bordo è poi dotato di del wi-fi ad alta velocità a cui possono essere connessi fino ad 8 dispositivi, Apple CarPlay e AndroidAuto, la ricarica induttiva per gli smartphone e la tower Click and Go a cui connettere il proprio telefono per ascoltare la musica. La nuova Evoque porta poi in dote 2 ingegnose tecnologie per aumentare ulteriormente il confort dei passeggeri: lo Smart Setting e l’InControl Remote. Il primo identifica il conducente dallo smartphone e setta sedile,volante e impostazioni del clima secondo le sue abitudini. L’InControl Remote invece è una app che permette di accendere da remoto al clima dell’auto per riscaldare o raffreddare l’abitacolo prima dell’utilizzo. Per quanto riguarda il rivestimento dei sedili la Land Rover mette a disposizione per la prima volta, oltre alle raffinate pelli, anche materiali ottenuti dalla plastica riciclata.

Ehi, ma quella leva del cambio mi ricorda molto quella delle Jaguar.. (Credits:Motor1)
Gamma motori completa
Seguendo la moda degli ultimi anni, e affidandosi all’esperienza della cugina I-Pace, la nuova Evoque potrà contare su una gamma motori composta anche da due ibridi: uno leggero (MHEV) e un Plug-in (che arriverà nel 2019). Tra i due propulsori la novità più interessante è sicuramente il primo, che può fare affidamento su un sistema da 48 V. Il motore elettrico non è però onnipresente e funge solo come motorino d’avviamento e come piccolo turbo elettrico per rendere le ripartenze più fluide e meno dispendiose nei consumi. L’energia necessaria alle batterie il sistema la recupera nelle frenate alle basse velocità, più nello specifico spegnendo autonomamente il motore se il conducente preme il pedale al di sotto dei 17 km/h. La buona notizia è che il sistema a 48 V sarà abbinabile a tutti i motori a combustione interna. Spostandosi sulla gamma dei motori termici gli Ingenium non cambiano, con i benzina Si4 (200, 250 e 300 cavalli) e i diesel Td4 e Sd4 da rispettivamente 150 e 180 cavalli. Con l’ibrido plug-in debutterà invece un inedito 3 cilindri benzina.

La struttura del motore ibrido a 48 V (Credits:Motor1)
Corpo chic ma anima Range Rover
Da buona inglese a ruote alte, si abbassa al massimo a 212 mm, la nuova Evoque doveva essere capace di sporcarsi nel fango come le altre Range Rover. Con questo scopo la piccola inglese è stata dotata del nuovo sistema Terrain Response 2, che si autoregola in base al suolo su cui si muove l’auto, e di vari ausili al fuoristrada: il Gradient Release Control, l’All-Terrain Progress Control, l’Hill Descent Control e i nuovissimi Wade Sensing e ClearSight Ground View. Il Wade permette tramite due sensori ultrasonici sugli specchietti di misurare il guado che si vuole attraversare e avverte il conducente se è più alto del limite consentito di 60 cm (+10 rispetto al modello precedente). Il Ground View utilizza invece le telecamere sul paraurti anteriore e gli specchietti laterali per rendere “trasparente” il muso, cioè mostrando chiaramente a chi guida dove sta “mettendo le ruote” nei tratti in fuoristrada senza l’impedimento visivo del cofano.

La Evoque si immerge come un marine nel fango (Credits:Motor1)
Credits foto titolo: Motor1