

Nell’edizione di quest’anno del Salone di Ginevra la Aston Martin ha deciso di fare dannatamente sul serio, dimostrando che quella con il team RedBull non è una semplice sponsorizzazione ma una vera e propria partnership. Ad affiancare il primo prototipo funzionante della fantasmagorica Valkyrie c’erano infatti la AM-RB 003, di cui avevo già anticipato qualcosa, e la assolutamente inedita Vanquish Vision Concept. Entrambe le auto, nonostante siano una un prototipo e l’altra una concept, segnano un importante cambiamento per la casa di Gaydon che fino ad ora ha realizzato solo gran turismo con il motore montato davanti e mai supercar a motore centrale. Le rivali? Durante il lancio il CEO Andy Palmer non ha nascosto che l’obiettivo è sfidare ad armi pari (ma anche battere) le rivali storiche come Ferrari, Lamborghini, Porsche e la connazionale McLaren.
Meno estrema della Valkyrie
La AM-RB 003, il nome è ovviamente ancora provvisorio, è nata non solo con il chiaro intento di battere auto del calibro della LaFerrari e della McLaren Senna, ma anche di essere più amichevole e meno estrema della sorellona Valkyrie. Il telaio è infatti ancora realizzato in fibra di carbonio, ma in questo caso le soglie sono leggermente più basse, l’abitacolo meno “intimo” e claustrofobico e le portiere, che si aprono come le LMP1 che corrono nel WEC, lasciano più spazio per testa e gambe per le fasi di entrata ed uscita. Non pensiate però che queste concessioni agli occupanti abbiano intenerito l’auto. La carrozzeria è ancora totalmente votata a ricercare il maggior carico aerodinamico possibile attraverso soluzioni mai viste finora su una stradale. L’anteriore è dotato di uno splitter quasi rasoterra, un muso affusolato con una grossa presa d’aria NACA al centro e due ai lati, passaruota svasati che mostrano il copertone, braccetti delle sospensioni in stile F1 e, proprio come sulla Valkyrie, telecamere al posto degli specchietti. Il retro è anch’esso totalmente folle, con il gigantesco diffusore che parte addirittura da sotto l’abitacolo e risucchia l’aria dal fondo schiacciando l’auto a terra. Per darvi un’idea di quanto sia grande l’estrattore vi basti pensare che una persona di media statura ci si può sdraiare sotto per intero. La Aston Martin ha poi deciso di utilizzare per le appendici aerodinamiche come l’ala posteriore il rivoluzionario FlexFoil, ovvero un materiale che si flette con l’aumentare della velocità aumentando la deportanza, ma senza utilizzare i pesanti sistemi idraulici delle normali ali attive. Il sistema è talmente rivoluzionario che addirittura la NASA ha deciso di impiegarlo per i propri veicoli. Come anticipato, l’abitacolo della 003 diverso da quello della sorella a 12 cilindri. Il volante rettangolare (pieno zeppo di pulsanti) è rivestito in pelle, dietro i sedili c’è spazio per una borsa, il quadro strumenti è fissato al piantone dello sterzo così da essere visibile anche quando si sta sterzando, l’infotainment è stato sostituito da un sopporto per smartphone (con tanto di cardiofrequenzimetro) e tutta la plancia è stata stampata in 3D per dimezzare il peso rispetto ad una versione classica. I vertici della Aston Martin hanno confermato la produzione di soli 500 esemplari e che l’arrivo è previsto intorno al 2021.
Ferrari e McLaren guardatevi le spalle
Con la Vanquish Vision la Aston Martin ha deciso di entrare prepotentemente nel settore delle supercar a motore centrale dominato in questi anni da Ferrari e McLaren. Per riuscirci a Gaydon hanno seguito quanto fatto con la Valkyrie, la Valkyrie AMR PRO e la 003, ma declinandolo in una forma meno estremizzata. Il telaio per esempio non è più realizzato in fibra di carbonio, ma in alluminio estruso e incollato per diminuire il costo complessivo dell’auto. La carrozzeria conferma invece i pannelli realizzati con il leggerissimo composito e il design affusolato levigato delle sorelle maggiori, anche se alcune soluzioni aerodinamiche sono meno estreme. La buona notizia è che il diffusore ha mantenuto le dimensioni più da LMP1 che da stradale e che gli specchietti sono sempre telecamere ad alta risoluzione. Tuttavia c’è qualcosa nel retro che non mi ha convito pienamente. Il disegno delle luci, la posizione degli scarichi e il loro disegno mi ricordano infatti un po’ troppo la 720S della Mclaren. Con questo non sto dicendo che la supecar di Woking o la Vanquish siano brutte, però dai designer comandati dal responsabile tecnico Max Szwaj mi sarei aspettato un po’ di più. Per quanto riguarda gli interni non si sa ancora nulla, cosa normale visto che l’arrivo dell’auto sul mercato non è previsto prima del 2022. È lecito però aspettarsi un design e un’impostazione più comoda rispetto a Valkyrie e 003, con sedili più confortevoli e maggior spazio a bordo per braccia e borse.
V6 ibrido
A spingere le due leggerissime belve della Aston Martin ci penserà un inedito V6 ibrido, che al contrario del V8 e del V12 biturbo che vengono costruiti dalla AMG ad Affalterbach, sarà progettato e realizzato internamente alla casa. Il nuovo propulsore potrà poi contare sul sistema Nexcel, già usato nelle gare endurance e sulla spaziale Vulcanche, che permette di cambiare l’olio in soli 90 secondi. Purtroppo né il CEO Andy Palmer né il direttore creativo Marek Reichman si sono lasciato sfuggire alcun dato tecnico relativo alle due auto, ma entrambi hanno fatto intendere che i livelli di potenza saranno diversi per la 003 e la Vanquish Vision. Non sapendo la configurazione del motore e/o la cilindrata è difficile fare ipotesi, ma l’utilizzo di V6 ibrido rimanda immediatamente alla partnership con la RedBull e al powertrain impiegato sulla monoposto di F1. L’unica cosa certa è che il futuro della Aston è più roseo che mai e che queste due auto sono prontissime a farci divertire.