

Con la Valkyrie ormai quasi pronta ad entrare in produzione, e la AM-RB 003 e la Vanquish Vision in cantiere, la Aston Martin toglie i veli alla nuova DBS Superleggera Volante ricordando a tutti che è ancora capace di realizzare delle GT con i fiocchi. La versione scoperta della splendida gran turismo inglese arriva a quasi un anno dalla versione a tetto rigido che tanto è piaciuta a giornalisti e appassionati di tutto il mondo, andando ad occupare quasi una nicchia dedicata vista la mancanza di una Ferrari 812 con il tetto retrattile. Le prime Volante verranno consegnate entro il terzo trimestre del 2019, con il prezzo che in Germania (in Italia è ancora sconosciuto) ammonta a ben 295.500 euro.

La scritta Superleggera sul cofano può essere in alluminio o in carbonio come quella della foto (Credits: AstonMartinMedia)
Aerodinamica (quasi) da coupè
La realizzazione della DBS Superleggera Volante è stata seguita in prima persona dal Chief Creative Officer (nonché vicepresidente esecutivo) Marek Reichman, il quale ha puntato sul donare all’auto la stessa aerodinamica della controparte coupè. All’anteriore il flusso d’aria è gestito dallo splitter e l’airdam che lo incanalano al di sotto dell’auto verso il fondo e verso il V12 (di cui parlerò tra poco) vista la grande quantità d’aria di cui necessita. Dietro ai passaruota anteriori troviamo ancora gli splendidi “curlicue“, ovvero una sorta di branchie che hanno una doppia funzione: raffreddare il motore espellendo l’aria calda e far fuoriuscire l’aria turbolenta generata dal rotolamento della gomma facendola scorrere verso lungo la fiancata. L’impiego del tetto in tessuto non ha poi impedito l’utilizzo del sistema Aeroblade II che, tramite un canale che va da dietro la testa degli occupanti fino alla coda, permette di creare uno spoiler “fatto d’aria”. Al posteriore trova poi posto il doppio diffusore già visto sulla versione coupè, il quale prende l’aria dal fondo incollando il retro dell’auto all’asfalto. Tutti questi accorgimenti permettono alla Volante di generare alla velocità massima 177 kg di carico aerodinamico, che certo non sono una cifra altissima, ma comunque più che discreta contando che l’auto non è fatta per correre in pista.
La capote resiste alla Death Valley e al Circolo polare artico
Per garantire ai futuri proprietari una tenuta perfetta della capote in tessuto, composta da 8 strati di materiale isolante termico e acustico, la Aston Martin l’ha testata nei luoghi più estremi e impervi del pianeta. Posti come la Death Valley negli USA, in cui si raggiungono anche i 50 gradi d’estate, e il Circolo polare artico in cui si raggiungono i -30 gradi d’inverno. Curiosamente il tetto retrattile è stato poi testato anche al Nurburgring, osservando se quest’ultimo aveva dei cedimenti o lasciava passare dell’aria durante le sessioni di guida spinta. Nel complesso il meccanismo di apertura e chiusura è stato testato per più di 100.000 volte, cifra che secondo la casa inglese equivale a 10 anni ininterrotti di utilizzo, impiegando 14 secondi per aprirsi e 16 secondi per chiudersi. Durante la configurazione i clienti potranno scegliere tra 8 colori per il rivestimento esterno del tetto (Bordeaux Red, Atlantic Blue e Titan Grey solo per citarne alcuni) e altre 6 tinte per il cielo dell’abitacolo. La Volante sarà poi la prima Aston ad avere come optional i montanti anteriori del tetto realizzati in fibra di carbonio con finitura 2×2 twill, la quale può poi essere impiegata anche per il copri-tonneau. Il resto dell’abitacolo (visibile nella fotogallery qui sotto) ricalca quello della coupè, cioè configurabile in ogni singolo dettaglio.
Il V12 bi-turbo sa essere anche molto educato
Sotto il lungo cofano in fibra di carbonio della Volante trova posto il V12 bi-turbo di 5,2 litri della versione coupè, con anche in questo caso ben 725 cavalli e 900 Nm di coppia disponibili già a 1.800 giri! Anche le prestazioni ricalcano quasi in toto quelle della sorella con il tetto rigido, con lo 0 a 100 km/h coperto in 3,6 secondi (3 decimi più lenta), lo 0/160 in 6,7 secondi e una velocità massima di 340 km/h che la rendono la Aston scoperta più veloce di sempre. Collegata al propulsore c’è la già conosciuta trasmissione automatica a 8 rapporti della tedesca ZF, che grazie ad algoritmi dedicati si adatta al guidatore offrendo sempre la marcia giusta e cambiate fulminee. Tuttavia, non tutti i clienti vogliono che il dodici cilindri sbraiti ad ogni minima pressione sul gas (non vedo perché no in verità), per questo a Gaydon hanno sì dotato la Volante di uno scarico sportivo dedicato, ma hanno anche collegato l’apertura delle valvole alla modalità di guida impostata. In GT il sound è piuttosto ovattato e coccola gli occupanti, ma se si opta per la Sport o la Sport+ il V12 tira fuori gli artigli e canta con il classico timbro dei propulsori by Gaydon. I clienti con i vicini dal sonno leggero avranno poi a a disposizione anche la modalità “partenza silenziosa” che limita al minimo i giri motore.

L’enorme calandra serve a raffreddare il massiccio V12 bi-turbo sotto al cofano (Credits: AstonMartinMedia)
Credits foto titolo: AstonMartinMedia