

Nata 35 anni fa dalla mente di qualche ingegnere pazzo di Monaco la BMW M3 non solo ha scavato un solco nel cuore di noi petrolhead con la sua tendenza al sovrasterzo, ma anche creato un segmento vero e proprio come quello delle berline sportive utilizzabili ogni giorno. Sei anni fa poi in BMW hanno deciso di sdoppiarla creando la M4 coupè per chi non ha da portarsi appresso bambini e la relativa attrezzatura. In questi ultimi anni tuttavia, in particolar modo dal 2016, la M3 e la M4 hanno incontrato sulla loro strada un avversario giovane come la Giulia Quadrifoglio che ha saputo detronizzarle sotto il punto di vista delle performance (ma non delle vendite purtroppo). Per questo a Monaco si sono messi sotto, hanno lavorato duro, e durante la notte italiana hanno presentato le nuove generazioni delle loro due sportive comprese di versioni Competition, che però come vedremo tra poco hanno parecchi PRO e pochi ma grossi CONTRO. Le nuove M3 e M4 saranno ordinabili dal prossimo anno con cifre che varieranno tra i 95.000 e i 101.000 euro.
Doppio rene sotto steroidi
Inutile partire da motore, dalla meccanica o dagli interni: la partita per il successo le nuove M3 e M4 se la giocano sull’estetica. I designer BMW per entrambe hanno deciso infatti di adottare l’enorme doppio rene a sviluppo verticale introdotto con la nuova Serie 4 e che tanto ha fatto discutere. La grossa calandra, che è priva di cornice o frameless se siete poliglotti, è incastonata in un paraurti più aggressivo e dotato di inedite prese d’aria verticali ai lati così da far accelerare l’aria lungo e fiancate. Muovendosi verso il cofano si nota come subito all’inizio ci siano due narici con funzione aerodinamica, mentre la presenza su strada è garantita da passaruota allargati di 8 cm, 4 per parte, che ospitano pneumatici dalla sezione maggiorata rispetto alla generazione precedente. A cambiare rispetto a prima è anche il tetto che diventa di serie in carbonio ed è dotato di due pinne, mentre come optional è previsto quello in acciaio con la parte in vetro apribile. Dietro personalmente c’è poco da dire, entrambe le auto sono larghe e belle cazzute, merito anche degli scarichi quasi centrali (un omaggio alle serie passate) con diametro di 100 mm e valvole attive.
Potenze fino a 510 cavalli e anche con il cambio manuale
Al comparto motori le sorprese sono poche. In un mercato fatto sempre più di economie di scala era infatti impossibile pensare che la M3 e la M4 avessero un motore proprio non condiviso con altri modelli. Sotto il cofano muscoloso vive lo stesso 6 cilindri in linea biturbo da 3 litri introdotto sulle X3 e X4 M, ma qui gli ingegneri hanno apportato qualche modifica come la testata stampata in 3D per ridurre il peso, un’aspirazione ulteriormente migliorata, lubrificazione ad alte prestazioni e l’iniezione portata a 350 bar. Grazie a queste soluzioni il motore gira meglio, più veloce e più in alto nell’arco dei giri, sviluppando 480 cavalli e 550 Nm di coppia sulle versione normale, mentre sulle varianti Competition la potenza tocca i 510 cavalli (gli stessi della Giulia QV e della C63 NDR) e i 650 Nm di coppia. A gestire lo straight-six c’è un cambio manuale, ma solo per la versione meno potente, oppure l’automatico M Steptronic con Drivelogic a otto marce (si esatto, niente più doppia frizione) preso dalla sorellona M5. La trazione su tutti i modelli è di serie quella posteriore, ma coloro che vogliono una posteriore-non posteriore la BMW nell’estate del 2021 renderà disponibile anche l’integrale M x-Drive mutuata anch’essa dalla M5, che permetterà al guidatore di scegliere tra le modalità 4WD, 4WD Sport e sopratutto la 2WD con tutto spento. Nel complesso comunque le M3 e M4 “normali” con il manuale scattano da 0 a 100 km/h in 4.2 secondi e toccano i 200 km/h in 13.7 secondi, mentre optando per le Competition l’automatico permette di abbassare il tempo dello 0 a 100 km/h a 3.9 secondi e quello dello 0 a 200 km/h a 12.5 secondi. Spinte al massimo entrambe arrivano a 250 km/h con il limitatore attivo, mentre se si opta per il classico M Drivers Package la velocità sale fino a 290 km/h.
La intraversi come e quando vuoi (e ti da pure il voto)
Per garantire il famoso piacere di guida delle loro auto gli ingegneri BMW sono partiti dal telaio, rivedendolo da cima a fondo e irrigidendolo dove serve come ad esempio l’anteriore, equipaggiato con un inedito subframe in alluminio. Successivamente, non potendo cambiare gli schemi sospensivi del modello di partenza, si sono concentrati sulla spinosa questione della distribuzione dei pesi, arrivando alla classica e ricercatissima impostazione 50:50. Dal canto loro le sospensioni hanno comunque subito una modifica, mantenendo la stessa impostazione ma diventando adattive e con ammortizzatori a controllo elettronico. A garantire la giusta dose di drift quotidiano dei passi di montagna o nella rotonda vicino casa c’è il servostertzo M Servotronic, il DSC con M Dynamic Mode e, come optional, l’M Traction Control che offre 10 differenti gradi di intervento del controllo di trazione. Simpaticamente poi in BMW hanno dotato il sistema di infotainment dell’inedita funzione Drift Analyzer all’interno del pacchetto M Drive Professional, che registra i traversi del guidatore dandogli da 1 a 5 stelle e paragonandoli a quelli precedenti, così per sapere quanto e dove hanno lasciato il battistrada dei loro pneumatici posteriori. Infine, di serie le due auto arriveranno con l’impianto frenante in acciaio con pinze mono-pistoncino e disco da 380 mm all’anteriore, mentre per quello carboceramico con dischi anteriori da 400 mm (e le pornografiche pinze dorate) bisognerà attingere dagli optional. Ah, mi stavo dimenticando: per coloro che vogliono partecipare ai track day con le loro M3 e M4 la BMW offre anche pneumatici semi-slick come optional, mentre di serie tutte usciranno con cerchi più grossi al posteriore che all’anteriore.
Nuovi sedili in carbonio e tanta connettività anche per i giri in pista
Seguendo un po’ la falsa riga del motore anche gli interni non sono un’assoluta novità ma ricalcano in pieno quelli di tutte le ultime M. La plancia, il volante e il resto dell’abitacolo di serie sono rivestiti di pelle merino, ma spulciando la lista degli optional si può avere anche l’Alcantara. Un capitolo a parte lo meritano i sedili che di serie hanno il poggiatesta integrato, i fianchetti sostenitivi e il logo illuminato del modello, ma come optional si possono avere gli inediti (e splendidi) sedili a guscio ultra-contenitivi con il retro in carbonio a vista e una parte del poggiatesta che si può staccare per stare più comodi con il casco. Tra le altre cose quest’ultimi pesano quasi 10 kg, 9.6 per la precisione, in meno di quelli standard e possono essere compresi nel pacchetto M Race Track Package che lima di 25 kg il peso totale dell’auto. Al capitolo digitalizzazione ci sono il quadro strumenti Live Cockpit Professional da 12,3 pollici dotato di grafiche dedicate, a cui va aggiunto quello da 10.25 pollici dell’infotainment gestito da un nuovo sistema operativo. Questo è equipaggiato poi con l’M Laptimer che registra i giri in pista, mostra sull’head-up display il tempo e se si è migliorati o meno, dando successivamente agli acquirenti la possibilità di condividere i propri lap-time con gli amici tramite app. Derivando dalle versioni normali delle rispettive Serie 3 e 4 le due sportive ne condividono anche gli ADAS di livello 2 come ad esempio il il Front Collision Warning, l’Emergency Lane Assistant, il Lane Control Assistant e il Reversing Assistant. Anche se, BMW, potevate integrare un po’ meglio il radar del cruise control.
Nuove tinte e M Performance Parts per renderla più cafona
Al momento della configurazione i clienti, oltre alle tinte già presenti nel vecchio listino di M3 e M4, potranno anche optare per i nuovi metallizzati Isle of Man e Toronto Red, oppure il pastello Sao Paulo Yellow. Nella lista degli optional ci sono inoltre varie tinte bicolore per gli interni, compresa quella discutibilissima degli interni della M4 delle foto, i fari al Laser (di serie sono a Led) e il Carbon Pack per gli esterni e gli interni. Ma non c’è M senza le M Performance Parts che in questo caso sono state presentate insieme alle auto. Nella lista figurano i cerchi in lega leggera tra cui un’interessante versione da 19 pollici catenabile durante le nevicate, sospensioni più sportive. varie parti in carbonio dentro e fuori compreso un spoiler fisso al posteriore, la copertura in tessuto e, sopratutto, lo scarico in titanio dall’estetica più che discutibile.