

A giugno l’avevamo vista ancora sotto forma di bozza, ora invece la T.50 della Gordon Murray Design si mostra in foto nella veste quasi definitiva e accompagnata da succosissimi dati riguardanti l’aerodinamica. La supercar nata dal vulcanico cervello dell’ingegnere sudafricano verrà presentata ufficialmente al pubblico nel maggio del 2020, con i 100 esemplari pianificati che sono già stati quasi tutti assegnati nonostante il cartellino del prezzo di 2 milioni di sterline (2.3 milioni di euro). Per i più pistaioli la casa inglese ha in programma anche un modello più hardcore che verrà realizzato in 25 esemplari. Tutte le T.50 verranno assemblate nello stabilimento inglese del Gordon Murray Automotive’s Customer Experience Centre a partire dal 2022.
Ventola da 40 cm e 6 diverse impostazioni aerodinamiche
A rendere la T.50 una vera supercar “alla Gordon Murray” ci pensano vari elementi, prima fra tutti un’aerodinamica studiata nei minimi dettagli. Al centro del progetto, come già sappiamo, c’è una ventola da 40 cm posta al centro della coda in posizione rialzata e azionata da un motorino a 48 volt, con quest’ultimo che funziona anche come motorino d’avviamento e sostituisce la cinghia dell’alternatore (su questo ci tornerò più tardi). A lavorare in sinergia con la ventola ci saranno delle paratie mobili sul fondo dell’auto, un grosso diffusore, una piccola ala mobile e il fondo carenato, i quali avranno il compito di incollare l’auto al suolo eliminando l’aria da sotto di essa. Ma questo sistema non ha bisogno di lavorare sempre al 110% delle proprie capacità. Per questo Murray e gli altri ingegneri hanno realizzato 6 diverse modalità che vanno a modificare l’apertura delle paratie e la velocità della turbina. Selezionando la Vmax, per esempio, la T.50 riduce al minimo la resistenza all’avanzamento guadagnando così 30-40 cavalli extra e toccando, appunto, la velocità massima. In High Downforce il carico aerodinamico è il 30% più alto rispetto ad un auto normale, mentre la Streamline mode abbassa del 10% il drag (o resistenza all’avanzamento) grazie alla ventola così da simulare una coda più lunga. Tra le altre impostazioni possibili ci sono la Auto, utile per l’utilizzo in città, o la Test mode che attiva da ferma tutti i sistemi compresa la turbina e le paratie. Come intuibile dal nome, lo scopo dovrebbe essere quello di controllare che tutto sia in ordine, ma sono sicuro che la maggior parte delle volte verrà impiegato per far colpo a saloni, sfilate ed eventi vari.
Più leggera di un’utilitaria
Un altro tassello che Murray considera fondamentale per le proprie supercar è il peso. E la T.50 non fa sicuramente eccezione. Infatti, grazie al carbonio impiegato per telaio e pannelli della carrozzeria, oltre che all’eliminazione di tutto ciò che non è importante, l’auto arriva a pesare solamente 980 kg! Tanto per capirci, al giorno d’oggi a malapena le utilitarie raggiungono una cifra simile. Per quanto riguarda la scocca, l’ingegnere sudafricano ha puntato nuovamente sull’impostazione a 3 sedili, su una linea estremamente pulita e filante così come aveva fatto per la F1, oltre che su dimensioni decisamente piccole se paragonate alle concorrenti. La triposto misura infatti solo 4,35 metri in lunghezza, 1,85 in larghezza e 1,15 metri di altezza. I rimandi alla McLaren si ritrovano anche nei finestrini per esempio, che si posso aprire solo dalla metà in giù così da risparmiare qualche kg. Il retro, l’unica parte visibile chiaramente per ora, lascia al centro e in bella vista sia la ventola che lo snorkel che la alimenta, mentre la parte sottostante è occupata quasi totalmente dal diffusore. I due gruppi ottici, uno per lato, sembrano poi cavi per poter far fluire i flussi d’aria o dal vano motore o dalla presa d’aria posizionata poco sopra. Nello sviluppare la linea, e la complessa aerodinamica descritta nel paragrafo precedente, la Gordon Muray Design ha stretto un accordo con il team Racing Point Force India della F1 per poter impiegare la loro galleria del vento a Silverstone. Nei prossimi mesi un modellino in scala della T.50 sarà sottoposto a vari test per vedere se i vari sistemi sono coordinati e funzionano a dovere.
V12 e manuale
Per quanto riguarda il powertrain non ci sono invece novità rispetto al comunicato dello scorso giugno. Il propulsore rimane il V12 aspirato di 4 litri realizzato dalla Cosworth e capace di 650 cavalli e 450 Nm di coppia. Certo, in un mondo fatto di Lotus Evija da 2.000 cavalli e Koenigsegg Jesko da 1.600 cavalli questi numeri suonano un po’ deludenti. Murray però non vuole costruire un missile terra-aria, anche se sono piuttosto sicuro che sarà velocissima, ma punta a realizzare qualcosa che coinvolga veramente il guidatore. Ecco spiegato perché il cambio non è un automatico o un doppia frizione ma un manuale a 6 marce e perché il 12 cilindri arriva fino a 12.100 giri. Infine, come già anticipato, il motorino d’avviamento e la cinghia dell’alternatore sono stati sostituiti da un motore elettrico a 48 volt.