

Black Series. Una sigla che nella testa di noi appassionati ha rappresentato fin dalla CLK cattiveria, maleducazione e treni di gomme andati in fumo dopo appena due giri. Con la SLS le cose però sono cambiate e in AMG hanno deciso di realizzare più uno strumento chirurgico per curve al millimetro, piuttosto che i martelli da demolizione che erano la CLK e la SL. Una trasformazione che è diventata definitiva con la nuova e attesissima GT Black Series, che nelle idee di Affalterbach dovrebbe rappresentare la loro opera prima e essere forse la prima vera rivale per le Porsche GT3 RS e GT2 RS. In AMG non hanno però parlato di cifre ne per quanto riguarda il cartellino del prezzo, che immagino sarà superiore ai 350.000 euro, ne per quanto riguarda un’eventuale produzione in serie limitata. Ma basta con le chiacchiere e andiamo a scoprire insieme le novità portate dalla GT Black!
Aerodinamica attiva e di ispirazione GT3 per 400 kg di downforce
Scegliere da dove incominciare a parlare riguardo la GT Black Series è una vera sfida. Le novità messe in campo sono associabili infatti più ad un auto nuova che non a una rivisitazione di un modello esistente. Quindi partiamo da quello che si può vedere: la scocca. Qui finalmente gli ingegneri hanno potuto dare fondo a tutte le loro fantasie più nascoste grazie al fatto che l’auto avrebbe dovuto essere sostanzialmente una GT4/GT3 con la targa. L’anteriore ad esempio, rispetto alla già hardcore GT R, ha mantenuto solamente la calandra panamericana a listelli verticali. Il resto è stato sostituito da prese d’aria maggiorate per raffreddare meglio il propulsore potenziato (di cui parlerò nel paragrafo successivo) e i freni, appendici aerodinamiche ai lati e un nuovo splitter settabile manualmente nelle posizioni Street e Race. Se si opta per quest’ultima, e bisognerebbe farlo in pista altrimenti il rischio di lasciarlo contro un dosso è molto alto, lo splitter creerà una zona di bassa pressione in cui far risucchiare il muso e incollando le ruote a terra. Spostandosi verso il posteriore la quantità di materiale pornografico aumenta a dismisura. Il cofano è stato totalmente ridisegnato e dotato di due enormi aperture per far fuoriuscire l’aria calda dal vano motore inviandola verso le fiancate e il posteriore. Ai lati trovano posto invece due prese d’aria lamellate sopra i passaruota e altre due sistemati dopo quest’ultimi, con entrambi che lavorano per ridurre la quantità d’aria prodotta dal rotolamento delle gomme. Il posteriore è invece l’apoteosi dello spoiler. Avvitata al baule c’è infatti una nuova ed enorme ala in fibra di carbonio dotata di doppio profilo, con quello inferiore che può essere regolato su vari livelli e quello superiore che è equipaggiato con una sezione mobile che può inclinarsi fino a 20° per aumentare il carico in autonomia a seconda delle situazioni. Sotto questo ben di dio c’è un diffusore anch’esso completamente nuovo, che grazie allo spostamento degli scarichi ai lati, e al fondo piatto, incolla le gomme all’asfalto. Se sommate, tutte le modifiche portano la GT Black Series a produrre ben 400 kg di deportanza a 250 km/h, cioè abbastanza per staccare dei temponi su pressoché ogni circuito con parti guidate.
La AMG più potente di sempre
Ma che cos’è una Black Series senza un po’ di forza bruta? Beh in AMG non se lo sono fatto dire due volte, soprattutto dopo le critiche ricevute riguardo al fatto che la con la GT R non avevano tirato fuori tutta la potenza dal motore. Con la GT Black quindi hanno come si suol dire “calato l’asso” realizzando la AMG più potente di sempre. Il V8 biturbo di 4 litri ha subito un pesante rinnovamento fatto di nuovi collettori di scarico, nuovi alberi a camme, un inedito albero piatto e un ordine di accensione apposito (1-8-2-7 4-5-3-6). A questo vanno aggiunti i turbo dotati di turbine e di intercooler maggiorati per un migliore raffreddamento, portando l’otto cilindri non solo a produrre l’imbarazzante cifra di 730 cavalli e 800 Nm, ma anche di avere risposte molto più pronte lungo tutto l’arco dei giri ed un limitatore posto più in alto a 7.200 giri. Dato l’enorme salto di potenza e di coppia gli ingegneri hanno anche dovuto rivedere il cambio doppia frizione a 7 marce G Speedshift DCT per evitare che si sbriciolasse. L’impostazione generale rimane che quella transaxle per una migliore distribuzione dei pesi, ma le logiche sono state migliorate per cambiate più veloci ed è stato realizzato su misura un sistema di raffreddamento per mantenere il cambio alle giuste temperature anche quando si martella in pista. A collegare propulsore e trasmissione e motore c’è un albero di trasmissione in fibra di carbonio che pesa solo 13,9 kg, cioè il 40% in meno rispetto a prima. Ma non è il solo ad aver subito una dieta a base di materiali compositi, il carbonio infatti è stato usato tra le altre cose anche per il cofano, il baule, i sedili, il tetto, la barra di torsione e i freni, portando la GT Black Series ad essere più leggera rispetto alla GT R nonostante la AMG non abbia ancora diramato cifre concrete. La dieta ha però avuto ripercussioni positive sulle performance: da 0 a 100 km/h in 3,2 secondi (cioè la più veloce AMG di sempre), da 0 a 200 km/h in 9 secondi (idem come prima) e una velocità massima di 325 km/h, cifra questa sicuramente non oltre la media ma abbastanza normale per via dell’elevata deportanza.
Nove posizioni per il traction control e gomme su misura
Nonostante la quasi mezza tonnelata di downforce, gli ingegneri tedeschi sanno benissimo che la maggior parte di coloro che acquisteranno una GT Black Series non sono piloti professionisti e necessitano quindi di una piccola mano ad andare forte in pista. In cima alla piramide tecnologica c’è l’AMG Dynamics con le quattro modalità di guida Basic, Advanced, Pro o Master che gestiscono tutto il comportamento dell’auto. Volendo però le sospensioni AMG Ride Control, dotate di raffinati ammortizzatori adattivi, bracci in alluminio forgiato e regolazione manuale a ghiera del pre-carico, sono settabili nelle modalità Comfort, Sport e Sport Plus attraverso l’AMG Dynamic Select. Ad Affalterbach assicurano poi che la Sport Plus è stata testata al Nurburgring per rendere le sospensioni adatte anche alle piste “movimentate” come l’inferno verde. Così come fatto per la GT R e la GT R Pro anche la GT Black Series è dotata del traction control a 9 stadi o posizioni. Disattivandolo si attiva infatti la manopola gialla al centro del cruscotto per decidere quanto lo si vuole disattivato. La cosa mi lascia sempre abbastanza confuso, perché come disse Jeremy Clarkson: “non sapevo che si potesse decidere quanto spegnere una cosa”. A rappresentare l’ultima ancora di salvataggio tra la macchina e le barriere della pista ci sono i nuovi cerchi in lega fucinati a 10 razze (285/35 davanti e 335/30 dietro) calzanti Michelin su misura definite Cup 2 R MO, con la possibilità di avere una mescola più morbida o più dura a seconda se si deve andare in pista o meno.
Cinture a 4 punti, rollbar e arancio per i dettagli
Per l’interno lo stile trovo che sia pesantemente ispirato a quello della GT3 RS, cioè essenziali ma non spartani. I sedili ad esempio sono a guscio ma ricoperti in pelle Nappa e Alcantara e non sono spacca ossa come quelli delle Lambo, mentre gli schermi da 12,3 e 10,25 pollici del quadro strumenti e dell’infotainment non solo sono rimasti al loro posto, ma anzi hanno guadagnato grafiche dedicate e l’assistente vocale MBux. A sottolineare l’indole corsaiola c’è infatti solo una stringa di tessuto che prende il posto delle canoniche maniglie e il volante completamente ricoperto di Alcantara. Per i più fissati e attenti anche al decimo di secondo la AMG offre il Track Package, che tra le altre cose include l’estintore, il rollbar in titanio e le cinture a 4 punti. Vi piaceva il giallo usato per le cuciture e le scritte AMG introdotto dalla GT R? Beh dovrete dimenticarvelo, la GT Black Series ha infatti deciso di optare per l’arancione al fine di distinguersi dalle sorelle. Figo no?