

Ventiquattro anni fa, mentre il sottoscritto nasceva, la Ford decideva che il 1996 sarebbe stato l’ultimo anno della Bronco. Una scomparsa che aveva lasciato gli americani non poco delusi, considerando le dimensioni non troppo esagerate, per gli standard USA quantomeno, e per la capacità di affrontare anche i peggiori terreni in off-road. Ora però la casa dell’ovale blu ci ha riflettuto e ha deciso di riportarlo in vita cavalcando la moda dilagante dei SUV, ma sopratutto puntando a detronizzare un autentico classico come la Jeep Wrangler. La nuova Bronco sarà disponibile nella variante Sport pensata anche per un uso più civile in città, oltre che nelle versioni 2 e 4 porte (o a passo corto/lungo) più focalizzate sul 4×4 duro e puro. I prezzi partiranno dai 28.000 dollari della Sport per passare ai 30.000 della 2 porte, ma la cifra salirà sicuramente per via delle millemila personalizzazioni disponibili (di cui parlerò a breve). E se qualcuno se lo sta chiedendo la risposta è no: la Ford almeno per il momento non commercializzerà la Bronco in Europa. Un vero peccato.
Longheroni e stile anni ’60
Alla base delle nuove Bronco a 2 e 4 porte c’è tutta l’esperienza che la Ford ha accumulato in questi anni in quella centrifuga di polvere e sassi che è la Baja 1000, ma anche una filosofia abbastanza semplice riassunta nella frase: “costruiti con la resistenza dei pick-up F Series e con le performance delle Mustang“. Una dichiarazione abbastanza forte che si traduce in un classico telaio a longheroni, un must se si vuole andare a insozzarsi nel fuoristrada. Per la scocca i designer dell’ovale si sono giocati quasi la carta della restomod, puntando sullo stile iconico della prima serie del 1966 ma modernizzandola dove necessario. I fari anteriori sono rimasti tondi ad esempio, ma adesso possono contare sulla tecnologia al Led per illuminare meglio la strada di notte e evitare di finire giù per una scarpata. La carrozzeria conferma la linea squadrata e con sbalzi ridotti al minimo, soluzioni queste che permettono rispettivamente una migliore percezione degli ingombri (cioè si sa dove si sta infilando l’auto) e ottimi angoli di attacco. Ma il meglio deve ancora venire. Sì perché sia che si scelga la variante a passo corto o quella a passo lungo la Ford da la possibilità di asportare sia le portiere che il tetto, riponendole in apposite sacche che possono essere stivate nel baule. In questo modo non solo l’esperienza di guida diventa totalizzante, la possibilità di farsi la doccia al primo guado è infatti altissima, ma permette anche un’uscita più rapida in caso di pericolo. Il tutto poggia infine su sospensioni specifiche della Bilstein che permettono alle Bronco di avere un’altezza minima da terra di 30 cm e il 17% di corsa in più rispetto alla rivale (vedi Wrangler), oltre che su cerchi da 17 e calzanti gomme da 35 pollici di serie, cioè abbastanza per non curarsi troppo dei dossi dissuasori o di qualsiasi cosa la natura vi getti davanti.
Meccanica per tutti i gusti e per tutti i terreni
Il fuoristrada duro e puro non è però una pratica che si sbriga grazie solo al telaio a longheroni, ma serve anche una meccanica che guardi in faccia le difficoltà e se necessario le prenda a sberle. Sempre rimanendo sulle versioni a 2 e 4 porte la Ford le ha equipaggiate di serie solo con la trazione integrale, ma abbinabile a varie soluzioni sulla base delle proprie necessità e del proprio portafoglio come le ridotte elettromeccaniche dotate di modalità Auto, 2H e 4H. La lista degli optional comprende anche i differenziali autobloccanti elettronici (posti sugli assali specifici Dana 44 Advan TEK) e le barre antirollio scollegabili a seconda delle necessità. Ma visto che tutti non sono esperti nella guida in fuoristrada gli ingegneri hanno anche pensato a vari aiuti elettronici come il Trail Control che regola la velocità in off-road, il Trail One-Pedal Drive per la velocità in discesa e il Trail Turn Assist per che accorcia l’angolo di svolta grazie al Torque Vectoring. Tanta roba insomma, considerando sopratutto che voi (o chiunque ne guiderà uno) controllerà il tutto semplicemente premendo un pulsante. Gli ingegneri di Dearborn hanno infatti dotato tutte le Bronco di sette modalità di guida definite G.O.A.T. o Goes Over Any Type of Terrain (va su qualsiasi tipo di terreno): Normal, Eco, Sport, Slippery and Sand, Baja, Mud/Ruts e Rock Crawl. Ognuna va ad intervenire su vari parametri dell’auto per adattarla il meglio possibile al terreno su cui ci si trova, massimizzando ad esempio la trazione e accorciando le marce se il terreno è particolarmente fangoso. Non so perché ma la modalità Baja mi ispira cattive intenzioni e 100 km/h di velocità media sullo sterrato.
Benzina fino a 6 cilindri e (anche) manuale
La scheda tecnica delle nuove Bronco a 2 e 4 porte è un autentico paese dei balocchi. Alla voce motori non vi è traccia di diesel o varianti ibride/elettriche (anche se sono certo che prima o poi ne arriverà una), ma solo due motori a benzina EcoBoost. Il primo è una vecchia conoscenza, cioè il “duemilatré” 4 cilindri da 270 cavalli che viene montato anche sulla Mustang, ma depotenziato. Il secondo è invece a sorpresa un V6 da 2.7 litri capace di 310 cavalli e poco più di 540 Nm di coppia, teoricamente più che sufficienti e muovere la massa del Bronco. Tra la lista di novità inattese e decisamente apprezzate c’è anche il nuovo cambio manuale a 7 marce dotato di una prima molto corta, oppure come optional si può avere l’automatico a 10 marce già visto anch’esso sulla Mustang.
Più cittadino ma non meno off-roader
Come anticipato ad inizio articolo la Ford ha realizzato anche una versione Sport della Bronco pensata per chi la deve usare in città in settimana e nel deserto durante il weekend. Un’idea questa che trovo molto intelligente e che segue in parte quanto fatto dalla Land Rover con la Defender in versione “Urban”. A distinguere la Sport dalle sorelle a 2 e 4 porte ci sono vari cambiamenti sia a livello estetico che meccanico. Partendo dai primi, la Ford ha deciso di eliminare le parti asportabili come tetto e porte in favore delle varianti fisse, oltre che dotarlo di paraurti differenti nel disegno e meno aggressivi. Sotto la pelle la Sport non potrà più contare sul telaio a longheroni ma su uno derivato da quello della Kuga per un maggior confort, pur mantenendo la trazione integrale e abbinandoci un differenziale elettronico posteriore dotato di torque vectoring. La comodità è assicurata infine anche dalle sospensioni indipendenti sui due assi che mixano molle più morbide ad ammortizzatori idraulici al posteriore. Sotto al cofano il quattro cilindri e il V6 lasciano il posto ad altri due EcoBoost, solo che in questo caso sono dei più piccoli tre e quattro cilindri da rispettivamente 1.5 e 2 litri, capaci di 181 e 254 cavalli scaricati a terra attraverso l’automatico a 10 marce che purtroppo è l’unico disponibile. Elettronicamente parlando la Sport conferma invece in toto le sette modalità di guida G.O.A.T. delle sorelle e i vari sistemi di assistenza alla guida in fuoristrada.
Sync da 12 o 8 pollici
Aprendo la portiera, o saltando dentro nel caso siano state rimosse le portiere, la Sport e le versioni a 2 e 4 porte si presentano in maniera differente. La Sport si presenta più civile, con materiali di qualità come la pelle e un’ottima ergonomia generale, compreso anche un discreto spazio nel baule. Al centro del cruscotto trova posto uno schermo da 8 pollici dotato del sistema Sync 3, e dato che si tratta di un’auto che teoricamente deve compiere anche viaggi lunghi la Ford l’ha dotata degli ADAS di livello 2 grazie al pacchetto Ford Co-Pilot 360. Per le 2 e 4 porte il discorso è un po diverso. I materiali sono più spartani e non hanno paura di sporco, acqua o graffi, mentre l’abitacolo è fornito di vari appigli dove aggrapparsi durante la guida in off-road. Il display nella plancia passa da 8 a 12 pollici ed è equipaggiato con il Sync 4, oltre che di varie applicazioni come NeoTreks’ AccuTerra Maps, Trails Offroad e FunTreks che sono sostanzialmente dei Google Maps ma realizzati per la guida in fuoristrada. Il guidatore potrà quindi contare su una mappa dettagliata così da non perdersi o andare a finire su un percorso oltre le proprie capacità, condividendo la propria esperienza agli altri utilizzatori.
Più di 300 accessori e 12 allestimenti
Replicando quanto fatto dalla Land Rover con la Defender e dalla Jeep con la Wrangler e le sue parti Mopar, la Ford si è giocata di prepotenza la carta delle personalizzazioni e degli allestimenti. Le versioni a 2 e 4 porte fanno la parte del leone con ben sette allestimenti (Base, Big Bend, Black Diamond, Outer Banks, Wildtrak, Badlands e First Edition), 4 pacchetti optional extra, 11 tinte e più di 200 accessori tra cui spiccano il verriccello anteriore, i paraurti tubolari, il gancio traino e le protezioni sotto scocca. O per gli interni si possono avere i supporti per le action-cam, telefoni e navigatori satellitari. La Sport si deve accontentare, per così dire, di 4 allestimenti (Base, Big Bend, Outer Banks e First Edition) e più di 100 accessori pensati per l’uso in off-road come i tappeti lavabili, un cestino, supporti per attrezzature come bici e canoe, lo spazio per la tenda sul tetto e un inverter da 400 Watt. Nel complessi i clienti avranno da scegliere tra 12 allestimenti e più di 300 accessori per realizzare la propria Bronco su misura.